Chiara deve subire le attenzioni del suo padrone e della commessa di un negozio. Sarà un'esperienza da non dimenticare.
Chiara sapeva bene cosa doveva fare. Si era vestita come piaceva a Marco, da poco tempo il suo nuovo padrone. Maglietta leggera, gonna plissettata molto corta, calze autoreggenti nere, scarpe con il tacco vertiginoso e, soprattutto, niente mutande e niente reggiseno. Marco come al solito arriva puntuale a prendere Chiara a casa sua. Come entra ha modi spicci e brutali, mette Chiara con la faccia contro il muro, con una mano le blocca le braccia dietro la schiena e comincia un’ispezione approfondita. Con la mano libera inizia a carezzarla con vigore sulla pancia, lungo le cosce, tra le tette. Improvvisamente le prende un capezzolo tra le dita e lo stringe forte. Chiara emette un mugolio sommesso, le piace essere usata e maltratta e subito la fica le si comincia a bagnare. Marco, lasciato il capezzolo, con una gamba fa allargare i piedi a Chiara, fino a che ha le gambe molto, molto aperte. Allora con la mano Marco scende lentamente verso la fica di Chiara e le infila in modo brutale due dita dentro. Chiara è veramente eccitata, anche se questa intrusione così improvvisa le procura un certo dolore. Ma non può fare a meno di godere anche e soprattutto per questo. Così come sono entrate, rapidamente le dita di Marco escono. In un attimo Chiara se le ritrova in bocca: “leccale troia, senti come sono buone”. E Chiara, come sempre ubbidisce. In fin dei conti è quello che più le piace Marco si stacca e va a prendere una cosa dalla sua borsa. Si tratta di una corda di canapa di circa un cm di diametro, molto ruvida e nodosa. Chiara è la prima volta che vede una corda di quel tipo. Altre volte è stata legata da Marco, ma mai con quel tipo di corda.
“Levati la gonna” le ordina Marco.
Chiara ubbidisce e lascia cadere la gonna ai sui piedi. Marco si avvicina con la corda e gliela lega in vita, abbastanza stretta. Da dietro, poi, la passa in mezzo alle sue cosce e la tira su da davanti, fino a legarla alla parte che gira intorno alla vita. Marco, prima di fermarla, inizia a tirarle con decisione, con la corda che si insinua tra le labbra della fica di Chiara. Marco da un occhiata alla posizione della corda, la allenta e fa un nodo in una posizione ben precisa, quindi la tira di nuovo e la ferma. Ora Chiara si trova la corda legata stretta tutta sparita dentro alla sua fica, ma soprattutto si trova il nodo perfettamente in corrispondenza del clitoride. La presenza della corda le fa provare sensazioni nuove ed estremamente contrastanti: fastidio, eccitazione, stimolazione continua ai limiti del dolore.
“Rimettiti la gonna” le ordina con il solito fare distaccato e brusco Marco.
Senza spiegazioni la prende per un braccio e le intima: “Usciamo”. Come “usciamo”, Chiara sprofonda in un mare di stupore e vergogna, già ha capito dove il gioco di Marco questa volta andrà a parare. Lei è vestita con una gonna cortissima, con le autoreggenti la cui fine è molto sotto al limite della gonna, con una maglietta attillata e sottile che lascia immaginare veramente tutto. E tutto questo ora verrà mostrato al mondo che è fuori. Inizia la passeggiata e Marco dice a Chiara: “Vai avanti da sola, vediamo come te la cavi”. Camminare con quella corda piantata nella fica per Chiara è una vera tortura. La corda si muove ad ogni passo e le fa strusciare con forza il nodo sul clitoride, facendole male, ma anche eccitandola moltissimo.
La sua fica è un vero lago di umori, al punto che Chiara teme che qualcosa le possa gocciolare lungo le cosce. Ma la corda fa da pannolino, assorbe gli umori e diventa sempre meno aggressiva. Insomma, il fastidio si sta tramutando in un massaggio continuo e vigoroso alla fica e al clitoride. Anche solo a camminare lentamente Chiara inizia a sentire il piacere crescerle dentro. Solo che non lo può far vedere, visto che sta camminando in mezzo alla folla. Ad un certo punto non ce la fa più, l’orgasmo è ormai vicino e si deve fermare e reggere a un palo. Un ragazzo la vede turbata, con il viso sudato, e le si avvicina per chiederle se si sente bene. Chiara farfuglia che va tutto bene e che non deve preoccuparsi. Ma proprio in quel momento l’orgasmo esplode e Chiara non può proprio nasconderlo. Il ragazzo capisce la situazione e cambia atteggiamento. Blocca Chiara contro il palo e rapidamente solleva un lembo della gonna. Così vede come è conciata sotto Chiara e le dice: “Lo avevo capito che eri una troia in calore, ma mai avrei immaginato fino a che punto”. I passanti in qualche modo si accorgono della cosa e qualcuno comincia a fermarsi. Marco allora interviene, si avvicina a Chiara, riprende in mano la situazione e manda via il ragazzo. Poi dice a Chiara: “vieni con me che il divertimento è appena iniziato”.
La prossima tappa Marco decide che deve essere effettuata in un negozio di scarpe. “Vedi quella commessa?” dice Marco a Chiara, indicando una ragazza molto carina “vai da lei e chiedile di farti provare 3 o 4 tipi diversi di scarpe”. Chiara muore dalla vergogna. Già ha capito che quando si siederà a provare le scarpe, la ragazza non potrà non accorgersi del suo segreto. Chiara entra nel negozio, si avvicina alla commessa e le chiede di farle provare dei sandali che ha visto in vetrina. Intanto tutti gli occhi dei presenti nel negozio sono puntati su di lei e i commenti su come è vestita si sprecano. La commessa arriva e Chiara, con grande vergogna, si siede per farsi infilare i sandali ai piedi. Cerca di tenere le cosce strette, ma la posizione, con la ragazza inginocchiata davanti che le guarda tra le gambe dal basso, non le permette di nascondere la presenza della corda e l’assenza delle mutande per troppo tempo.
Quando se ne accorge, la commessa guarda Chiara fissa negli occhi, cosa che la fa arrossire ancora di più. La ragazza capisce che Chiara è una persona di indole sottomessa e che probabilmente sta facendo un gioco con qualcuno che spia le sue reazioni. Si guarda intorno e nota subito un uomo in disparte con l’aria soddisfatta che si gusta per bene tutta la scena. Capisce che è in ballo un rapporto schiava/padrone e si avvicina a Marco. “Quella è la tua schiava?” chiede, saltando ogni preliminare. “Si – risponde Marco – brava, vedo che hai capito subito tutta la situazione”. “Venite con me, seguitemi, vi porto in un posto dove poter giocare con più calma” dice la commessa, spiazzando perfino Marco.
Si riavvicinano entrambi a Chiara e Marco le ordina di seguire la commessa. Lei li conduce entrambi in una camera nel retrobottega e, una volta entrati, chiude la porta dietro di sé a chiave. “Allora, puttanella, ti piace mostrare in giro quanto sei troia, vero? Adesso però vediamo se sei veramente la puttana che credi di essere”. Chiara ha un po’ paura della situazione e della reazione della commessa, ma la presenza di Marco la rassicura.
La commessa si avvicina a Chiara e, senza neanche darle il tempo di capire cosa stia succedendo, le lega le braccia ad una struttura della scaffalatura che corre lungo la parete. Chiara si trova con le braccia immobilizzate e ben presto anche le gambe le vengono legate, ma solo dopo avergliele divaricate al massimo consentito dalla posizione. Chiara si sente perduta, legata con le gambe larghe in una stanza chiusa a chiave da una donna che lei neanche conosce. La commessa armeggia con degli spaghi di canapa, che lega tra loro fino a formare una specie di frustino, un frustino che quando viene agitato in aria emette fischi che gettano Chiara nel panico più totale. “Cosa mi vuoi fare, ma sei matta: Marco per favore dille di smettere e andiamo via”. “Neanche per sogno bella mia – risponde Marco – questo gioco sta iniziando a piacermi perfino più di quello di prima. Quindi andiamo avanti che sono curioso di vedere fin dove si arriva”.
La commessa si avvicina a Chiara e le alza la gonna fin sopra la vita, poi con un gesto tanto rapido quanto inaspettato le strappa la maglietta in modo da farle uscite le tette di fuori. Chiara non riesce a trattenere un urlo, ma subito la commessa le chiude la bocca con la mano e la minaccia: “Se provi ad urlare un’altra volta ti spacco la testa”. Chiara è in preda al terrore, non si era mai trovata in una simile situazione. La commessa si avvicina a Chiara con la frusta artigianale in mano e con l’altra mano le afferra la corda che è inflitta nelle sue carni. Comincia a strattonare la corda, a tirarla verso l’altro e alternativamente a destra e a sinistra.
Chiara mugola per il dolore, anche perché il suo clitoride ormai è gonfio e duro da moltissimo tempo. Ugualmente, però, è anche eccitata dalla situazione e questo trattamento la sta facendo di nuovo bagnare copiosamente. La commessa si rende benissimo conto della cosa e dice: “Guarda questa puttana come gode a farsi maltrattare la fica. Ora vediamo se anche questo le piace”. Si allontana leggermente e con movimenti rapidi e secchi del polso le inizia a frustare la fica dal basso verso l’alto. Ad ogni colpo Chiara sente la sua micina bruciare fortissimo, cerca di divincolarsi e di sfuggire a quei colpi, ma la commessa sembra avere una mira infallibile e ogni colpo va perfettamente a segno.
Dopo un attimo la commessa smette di frustare Chiara e le si avvicina con fare più gentile e affettuoso e comincia a carezzarla e a penetrarla delicatamente con un dito. Nel fare questo sposta la corda, che ancora una volta passa sul clitoride, dando a Chiara sensazioni fortissime. Un gemito sottolinea quanto lei abbia sentito quel gesto. Le carezze della ragazza sono molto piacevoli e le danno un momento di grande sollievo dopo la presenza ossessiva della corda e il dolore delle frustate. La commessa sa benissimo come muovere le mani e in breve porta Chiara sull’orlo dell’orgasmo. “Dimmi che sei la mia troia – le sussurra la commessa – e io ti faccio godere e soffrire come mai hai provato nella tua vita”.
Chiara è svuotata di ogni forza, ora tutto quello che vuole è solo ed esclusivamente godere: “Si sono la tua troia, violentami, torturami, voglio che mi fai tutto quello che vuoi, ma ora fammi godere ti prego”. Neanche finisce di pronunciare quella frase, che la commessa le prende il clitoride tra indice e pollice e glielo strizza. Chiara ha un sussulto e per l’ennesima volta un lungo gemito e mugolio le esce dalla bocca. La commessa non solo stringe con forza il clitoride, ma comincia anche a tirarlo a destra e a sinistra, allungandoglielo oltre ogni immaginazione.
Chiara ha un turbinio di sensazioni che la stanno facendo uscire di testa: dolore, piacere, paura, coinvolgimento e soprattutto questa tortura che la fa eccitare sempre di più. In un attimo raggiunge un orgasmo stravolgente, il più forte mai raggiunto in vita sua e dalla sua fica parte un getto di umori quasi fosse una pisciata. Questo cosa non le era mai successa e la lascia decisamente sorpresa. “Ma brava la mia puttanella, dall’espressione sul tuo viso vedo che te la sei goduta e anche che non avevi mai avuto uno squirting prima. Ci vogliono sensazioni forti per arrivare a eiaculare come hai fatto tu. Ma vedrai che non sarà né la prima, né l’ultima volta oggi” le dice beffarda la commessa.
Chiara è stremata e tutta sudata e quasi non si accorge del fatto che la commessa si è allontanata un attimo da lei per vagare nella stanza dove sono chiusi. Quando torna porta una manciata di cose che Chiara in quel momento neanche focalizza bene. La commessa le da uno schiaffo in faccia e la fa tornare sveglia e presente a sé stessa. “Ora vedrai cosa ho in serbo per te bella troia mia”. In mano ha due mollette da bucato e subito la commessa si china e le comincia a succhiare e leccare i capezzoli.
Con lo stato di eccitazione raggiunto, i capezzoli sono lunghi e duri come mai prima nella vita di Chiara, ma la stimolazione orale della commessa se possibile li fanno ancora più gonfiare. In un attimo, però, lei smette di succhiare e leccare e piazza entrambe le mollette sui capezzoli. Chiara di nuovo non riesce a trattenere un urlo, più per la sorpresa che per il dolore. E’ abituata ai trattamenti rudi di Marco anche sui capezzoli e quindi la morsa delle mollette non è poi così devastante. Anzi, il tutta quella situazione in breve comincia a godere anche per questo nuovo supplizio, comincia a mugolare e il suo bacino non riesce a stare fermo. “Vi prego scopatemi, ho la fica in fiamme, non ce la faccio più” supplica Chiara. Ma la commessa si presenta con il mano una grossa candela, lunga circa 25 cm e larghissima.
La candela scompare in un attimo dalla vista di Chiara, per sentirsela immediatamente puntare contro la fica. A fatica la commessa spinge la candela tutta dentro e inizia a pompare, prima lentamente, poi con maggiore vigore. Chiara si sente squartata da quell’oggetto che invade le sue viscere, ma anche questa volta il piacere prende ben presto il sopravvento sul dolore. Ma appena comincia veramente a godersi quell’oggetto nella fica, un’altra candela compare nella mano della commessa, questa volta leggermente più piccola, ma neanche tanto in verità. In un attimo questa volta a subire un attacco è il suo buco di dietro. “No ti prego, lì no” supplica Chiara, ma la sua voce è ben poco convinta.
Lentamente anche la seconda candela si fa strada nelle carni di Chiara, che ormai tiene le cosce oscenamente aperte, molto più di quanto la posizione le permetterebbe di mantenere se solo volesse rendere più difficile il compito alla ragazza che la sta torturando. La commessa inizia a pompare con entrambe le candele in modo alternato, quando una esce l’altra entra. Chiara entra in una fase orgasmica continuata, in cui non esiste un solo picco, ma con il godimento che si mantiene elevato e costante per svariati minuti. Anche in questo caso è una situazione del tutto nuova, che non aveva mai provato prima.
Il suo corpo sembra reagire in modo inedito a questa che è una situazione inedita. Finora, infatti, anche i giochi perversi di Marco non si erano mai spinti così in avanti. La commessa smette di pompare con le candele, ma le lascia ben piantate nella fica e nel culo di Chiara e inizia invece a tirare alternativamente le mollette. stirandole all’inverosimile i capezzoli. Questi sono sensibilissimi e il trattamento le procura dolore, ma anche fortissima eccitazione. A Chiara è sempre piaciuto farsi maltrattare i capezzoli, ma fino a questo punto nessuno si era mai spinto. Poi la commessa ha una nuova idea anche lei.
Smette per un attimo di giocare con i capezzoli e si inginocchia davanti a Chiara. Pur non riuscendo a vedere bene quello che la ragazza fa, Chiara sente immediatamente che la lingua di lei che le si arrotola sul clitoride. In brevissimo tempo, per una seconda volta, viene spruzzando umori dalla fica. La commessa ride e beve, schernendola di nuovo su quanto sia facile far godere così una puttana come lei. Poi le mette una molletta dritta dritta sul clitoride, che ormai è gonfissimo e quasi del tutto uscito dal suo cappuccio naturale. La molletta lo pinza con violenza e trasmette una scossa di dolore direttamente al cervello di Chiara.
A quel punto la commessa leva le candele dalla fica di Chiara e ne accende una. Aspetta un attimo che la candela si scaldi e che la cera si sciolga, le toglie le mollette dalle tette e poi le versa la cera bollente sui capezzoli. Anche questa è per Chiara una sensazione nuova. I capezzoli sono sensibilissimi ed eccitati e il calore della cera viene avvertito molto più di quanto sia lecito immaginare. Ma ormai Chiara è entrata in una fase in cui il suo corpo reagisce in modo totalmente differente da quanto immaginabile. Le torture e il dolore la eccitano e la fanno godere come mai lei avrebbe ipotizzato anche nei suoi sogni più sconci. Anzi, la sensazione è quella di essere fuori dal suo corpo e di eccitarsi quasi solo a vedere lei stessa legata, con degli oggetti piantati nella fica, con le mollette strette a tormentarle le parti più sensibili e il tutto con la consapevolezza di sapere che la cosa invece di schifarla e darle dolore, la eccita e la fa godere come una cagna.
La cera bollente, anche se solo versata sui capezzoli porta di nuovo Chiara sull’orlo di un orgasmo. “Versami la cera sulla fica, ti prego” questa frase esce dalla bocca di Chiara quasi stupendo lei stessa che l’ha pronunciata. La commessa non se lo fa ripetere due volte e chieda a Marco di darle una mano. Marco slega le gambe di Chiara, la prende per la vita e la alza, in modo da far protendere il bacino in avanti, inoltre le tiene le gambe in alto e aperte, così da avere la fica pronta alla doccia bollente. La cera cade tra le labbra e bacia il clitoride, facendo gemere e inarcare Chiara. Ma Marco la tiene ferma, in modo che neanche una goccia di cera manchi il bersaglio. Chiara è stravolta, è tutta imperlata di sudore, ha già goduto alcune volte con una violenza mai provata prima e ora questa nuova situazione la sta di nuovo portando all’apice. Capisce che più viene violata, più cresce il livello delle torture subite e più il suo corpo chiede sensazioni forti. Non serve neanche che le tocchino il clitoride, ora. Chiara viene di nuovo con un urlo strozzato e per la terza volta la sua fica emette un violento fiotto di umori.
Lentamente Marco e la commessa la aiutano a tenersi in piedi mentre la slegano, perché ormai le gambe non la sorreggono più. La commessa mostra a Marco come arrivare con l’auto ad una stradina sul retro del negozio e, mentre Marco va a prendere la macchina, coccola Chiara, la carezza e la bacia: “Brava la mia puttanella, sei stata molto più brava di quanto mi sarei aspettata. Vedrai che ci rivedremo presto, Marco già mi ha chiesto il telefono per un’altro incontro a tre”.
I miei rapporti con Kaori si stavano sfilacciando purtroppo. Da luglio, non avendo girato più filmini a Londra, non avevo avuto più occasione di farmi truccare da lei e anche quelle deliziose sedute di 'Total body care' erano diventate ............
trasferta, ma, una volta arrivata, avevo visto che la Toleman era occupata con una nuova modella ungherese. E, nell'attesa, ne avevo approfittato per precipitarmi allo studio dell'amica truccatrice-massaggiatrice, per riassaporare con lei la notte passata insieme. Quando avevo bussato, Kaori mi aveva aperto e appena mi aveva visto mi aveva regalato uno dei suoi sorrisi più belli. Mi sembrava che anche lei avesse in viso le dolci tracce dell'amore notturno!
Le nuvole corrono nel cielo ed il sole va e viene.
Il caldo rimane stabile e gratificante.
Il sentiero che inoltra il bosco...
il bosco di querce di cipressi di pini marittimi e di tanti ciuffi di gialla ginestra sale leggermente inoltrandolo.
I bambini sono eccitati dall'idea di penetrarlo.
La loro curiosità e le loro aspettative sull'incontrare selvagge vite e flora sconosciuta stanno allo zenit.
Ecco...
da qui in poi credo possa andare dico dopo una ventina di minuti camminanti.
Non si vede anima viva.
Spogliamoci nudi.
Poniamo i vestiti negli zaini e...
e mostriamoci come veramente siamo fatti.
Wow!
L'ombra è ancora più fresca.
E la foglia sfiorando ti passa un brivido.
Il virgulto toccandoti la spoglia gamba quasi ti parla.
E gli alberi ed i rami si differenziano fra loro non solamente alla vista ma anche alla ruvidità o tenerezza.
La piccola lucertola intanto sembra meno spaventata del solito nell'incontrarci.
E pure il nero serpentello non scappa lesto anello in spalla.
Pare che in tal modo messi gli elementi accolgano sereni ed accettino con minor diffidenza.
Tutti a parte...
a parte l'acqua del minuscolo rio che invece vuole diventare ancora più fredda al guardarla o al contattarla.
I miei pori però nel frattempo sembrano essersi aperti e godono a dismisura.
Gli odori gli aromi i profumi non entrano unicamente dal naso ora.
E pertanto...
pertanto invadono il corpo intero rendendogli armoniosità.
I movimenti stessi diventano allora "oltre" fluidi e meno invasivi e...
et voilà laggiù in una radura dei cinghiali.
Ci hanno visto loro per primi chiaramente e non sembrano per nulla disturbati dal nostro arrivo... anzi continuano i grugniti loro senza badarci quando noi... dopo essere stai attenti a non provocarli... riprendiamo il bosco.
Che bellezza.
La brezza che s'infila sotto le braccia.
Il venticello che esplora fra le cosce.
L'alito di maestrale che massaggia i glutei.
Ed ancora avanti ad immergersi "subacquei" nell'aria che sa di pigne e resina.
Oh oh bambini venite qui presto c'è un uomo che viene incontro.
Dai nascondiamoci e fermi immobili manco un respiro si deve sentire che altrimenti... qualora ci vedesse in tale stato... apriti cielo.
E giù appiattiti con il cuore che pulsa a mille e gli occhi vigili nel tenerlo sotto controllo.
Una scarica d'adrenalina incredibile ed una volta scampato il pericolo una liberazione.
Visto?
E capito le sensazioni d'un animale nell'incontrarci?
Lui sa che per il semplice motivo d'andare in giro quale dio ha creato si viene considerati amenità senza senso e morale da quell'essere che con un paio di mutande si sente superiore e che quindi fa una paura bestiale ma... urca... un branco di cervi sta arrivando di corsa giù dal crinale e...
e non appena ci notano il capo branco s'arresta immobile.
Al solito cercando il mimetismo e proteggendo i piccoli.
Se non che i miei di piccoli non resistono e si muovono verso di loro rapiti di per cui io ed il mio amore rimaniamo da soli.
Adamo ed Eva attuali ed un minimo matti diremo.
Ed una farfalla gialla gialla si mette a fare la spola interessata fra i suoi due capezzoli strappandoci un sorriso.
Ed un verde verde bruchetto scala e scende fra i peli del mio pube e da lì al mostrarci armonia in faccia ed allo scambiare dei teneri bacetti complici il passo è breve.
Brevissimo.
Solo la situazione è talmente gratificante che in un baleno ci ritroviamo entrambi coinvolti e pronti e...
ed il balzo al dover fare l'amore indi cade fatale e maturo.
Tanto i bambini sono occupati e questa ginestra esuberante funziona benissimo da salva sguardo.
La dolcezza che provocano queste situazioni nel fare l'amore è qualcosa d'unico ed universale.
Il ritmo l'impone la folata che scuote le chiome.
L'intensità viene modulata dall'umore che la terra sparge copioso.
Il gemito è sostituito dal coro di cinguettii ed altri suoni forestali.
E l'arrivo...
l'arrivo è sottolineato dal grido del falco che dall'alto sorveglia tutto.
Un'apoteosi.
Raramente m'è capitato un simile piacere.
Raramente mi sono sentito d'aver donato un orgasmo indimenticabile.
E raramente una sensazione tal piena viene innalzata al cielo di volo improvviso del fagiano nel cespuglio spaventato dai nostri eroi che tornano.
Mamma mamma!
Papà papà!
C'erano i bambi e la loro mamma li allattava senza scomporsi accanto a noi.
Incredibile cari genitori.
Andiamo...
andiamo nudi anche al ristorante stasera!
Ah sì?
E per quale motivo?
Ovvio... "oramai" sappiamo che in quel caso il cameriere porterà cibi buonissimi.
Che non faranno schifo neppure le verdure.
E che il cassiere non imporrà di pagare niente.
E c'emozionerà regalandoci dolcezze esattamente...
esattamente pari a quel che succede qui.
Non capite mai niente voi grandi.
È perché andiamo vestiti che costa tanti soldi e...
ed i cibi non hanno valori.
È...
perché...
andiamo...
vestiti.
Mi chiamo Marcello e ho diciotto anni. Vivo a Napoli e frequento l’ultimo anno dell’istituto alberghiero. Mi hanno sempre considerato un bel ragazzo: occhi, capelli e pelle scuri, spalle larghe e vita stretta e facendo palestra e calcio ho i muscoli abbastanza definiti, mi considerano un latin lover, sotto è un po’ vero. Il mio punto forte è il sedere che delle volte anche delle donne mature e i miei compagni me l’hanno palpeggiato, ma non è dei miei amici finocchi che voglio parlare, ma di quello che mi successe realmente, e che ringrazio ancora il signore per averla fatta succedere, con la sorella del mio migliore amico, Valentina. Vale ha sedici anni ed è la musa ispiratrice delle mie seghe: ha un viso angelico, capelli castani ricci e occhi verdi, la pelle è di un color miele bellissimo, ma le cose che mi fanno impazzire di lei sono tre: le labbra carnose, non troppo né troppo poco, rosate e quasi sempre con un po’ di lucidalabbra, il seno enorme, una quinta esagerata, che per una della sua età non è normale, però lei nell’età dello sviluppo era obesa e ora che è dimagrita ne è rimasto tutto quel ben di dio ed infine il sedere, con un filo di cellulite, ma comunque generoso ed alto,siccome che fa ginnastica, mi fa andare in tilt comunque. Voglio raccontarvi di quando me la feci. Un giorno dovevo andare a studiare appunto a casa sua con il fratello, solo che mi anticipai un po’ e Gennaro non era ancora tornato dall’allenamento di calcetto, così, essendo comunque sei anni che frequento quella casa, Vale mi fece entrare senza problemi, chiamò il fratello al cellulare e sentivo che diceva “Oè?!Ah?..Ah!..Ok, a dopo!” e poi quella magnifica frase:
? Mio fratello tarderà di un paio d’ore.
Quella fu la frase che suscitò in me mille pensieri, lei mi disse ancora:
? Vabè, dammi la giacca che la poso e poi torno a farti compagnia, ti va una Coca e qualche patatina?v Avrei voluto rispondere “l’unica patatina che voglio è la tua”, ma tuttavia il mio cervello riuscì a cacciare un “Sì, grazie” piuttosto normale. Mi sedetti sul divano e poggiai lo zaino ai miei piedi e la vedevo armeggiare in cucina con una scodella e delle lattine di Coca, quando ritornò da me, un tovagliolo le cadde a terra e così, piegandosi nel prenderlo, mi fece scorgere nella scollatura per due secondi o poco più, l’effetto vedo-non vedo è sempre stato interessante per me e ovviamente non fu da meno soprattutto in quel momento. Sedutasi vicino a me, mi porse la lattina ghiacciata con un sorriso che le ricambiai, per mia sfortuna, le patatine nella scodella erano Fonzies, quindi lei dopo averne mangiate un paio, si leccava le dita, mamma mia, cercavo di restare il più calmo possibile, ma a quanto sembrava lei lo faceva con gusto e forse con un pizzico di malizia, iniziammo a chiacchierare del più e del meno poi lei:
? Ce l’hai la ragazza?
? No, in realtà no. E tu?
? Nemmeno. Sesso occasionale. E tu?
? Anche. – poi la fatidica domanda.v ? Da quanto non scopi?
? Non sono cose che dovresti sapere …
? Dai! Quanto la fai lunga! Te lo dico prima io allora?
? Come ti pare.
? Io da due mesi.
? Ti piacerebbe! Secondo me non hai nemmeno mai baciato!
? Sì invece! Vuoi vedere?
Annuii e lei grazie a dio non si ritirò: mi salì a cavalcioni addosso e mentre mi toccava il caro amico già in posizione d’attacco, mi diede un bacio alla francese, moto brava in effetti, poi per istigarla ancora di più, quando finì disse:
? Visto?
? Eh già, sono bravi tutti così …
Lei mi guardò con aria di sfida e si mise in ginocchio davanti a me fissandomi negli occhi e poi cominciò a sbottonarmi i pantaloni, io la lasciavo fare finche non si trovò davanti ad un affare di 26 cm e anche abbastanza largo, alzò gli occhi e non disse nulla, iniziò però a baciarlo dolcemente e a passarci la lingua sopra mentre con la mano iniziò ad aumentare il ritmo e di conseguenza il mio piacere, quando vide che ero abbastanza posseduto dal piacere, si fermò, mettendo tutto al suo posto e lasciandomi stupito, poi aggiunse:
? Mi fa male il collo, mi faresti un massaggio?
Ora il messaggio era chiaro, mi desiderava, ma voleva che fossi io a fare la prima mossa, così la feci girare e le spostai i capelli, il mio sguardo scese sulla sua schiena … e su dove finiva: in un perizoma nero con un paio di labbra rosse cucite sopra, lei mi guardò maliziosa con la coda dell’occhio e sporgendo un po’ il busto in avanti mi fece guardare anche nella camicia che era un po’ aperta, dopo un paio di minuti che le massaggiavo il collo, provai a baciarglielo e infatti era proprio quello che voleva lei, se lo fece baciare per qualche minuto, poi la girai versi di me e la misi a cavalcioni su di me, la strinsi per bene in modo da farle sentire che succedeva nei miei pantaloni e le piazzai tutte due le mani sul culo e la faccia fra le tette che lei liberò della camicia, indossava un reggiseno uguale al perizoma, ironico le domandai:
? Ma tu a scuola così vai conciata?
? Sesso occasionale …
Mi rispose sorridendo mentre mi sbottonava il jeans e faceva lo stesso per sé, mi alzai così come stavamo, la presi in braccio mentre mi baciava il collo e prima la poggiai al muro spingendo fortissimo e lei fece una specie di gemito sospirato, poi la portai in camera sua, dove ricordavo bene che aveva il letto ad una piazza e mezza, la stesi e le sfilai di corsa i jeans e spostai il perizoma e iniziai a leccarle la figa liscia e morbida prima piano e poi velocemente scopandola con due dita, lei gemeva e si stimolava i capezzoli già durissimi, io lasciai la figa e iniziai a leccarle i capezzoli e a stringere le tette fra loro mentre lei cercava di sfilarmi il jeans, le risparmiai la fatica sfilandomelo e dando una prima botta decisa in figa, lei emise un gemito di piacere e io continuai,sempre più velocemente mente stringevo e leccavo le tette e lei mi spingeva la testa dopo un paio di minuti mi sfilati dalla figa e lei si mise seduta sul letto ciucciando velocissima poi si piazzò il cazzone durissimo e caldo fra le tette e cominciò a fare una spagnola stavo quasi per venire e l’avvertii lei si girò a pecora e se lo fece piazzare nel culo e io lo feci senza pietà e lei non urlò di dolore, ma di piacere e la cosa mi fece impazzire, così da farmi venire nel suo culo. Trombammo per un paio d’orette e io per riprendermi le ciucciavo la figa e la cosa non dispiacque affatto a nessuno dei due. Signore dio, ti ringrazio di tutto questo, amen.
23 Ottobre Roberta organizza la cena di compleanno di Sara.Verso le 20 Roberta passa a prendermi andiamo a casa di Sara mi dice che hanno organizzato una cena a casa di Sara……Arrivati a casa di Sara con Roberta ci sono quattro loro amici due vengono da Milano Simone e Paolo amici di Sara, gli altri erano dei colleghi di Roberta e Sara……la cena l’aveva preparata Sara noi avevamo portato il vino e il dolce e i regali chiaramente……finita la cena ci siamo spostati nel salotto di Sara che come pavimento ha una splendida mochet li gli abbiamo fatto scartare i regali, fra i regali seri cerano anche gli scherzi……poi uno dei ragazzi di Milano disse “perché non facciamo un gioco” Il gioco si trattava una persona bendata toccando con una parte del nostro corpo una parte del corpo dell’altro doveva indovinare chi era……cominciarono i ragazzi ci scappava qualche tastata di troppo ma insomma tutto ok…anche se mi resi conto che la cosa ci eccitava un po’ a tutti……poi venne il turno di Roberta mi sentii scossa perché aveva deciso di individuare la persona leccando il seno…….quando si avvicinò a me……avevo la sensazione che aveva perfettamente capito chi fossi dal mio profumo che aveva già apprezzato mentre venivamo qua……la sua lingua calda bagnò i miei capezzoli ed io non potei evitare un piccolo sobbalzo di eccitazione. L’infame continuò a lungo la sua perlustrazione, come non aveva fatto con gli altri e per giustificarsi sussurrava “ Ma ….non so…chi sei?”. E intanto aveva cominciato a succhiare dolcemente il mio seno…..cominciai a bagnarmi ma fingevo freddezza perché non volevo che gli altri se ne accorgessero……dopo 15 lunghissimi minuti (era il tempo massimo stabilito) ero completamente partita quando Roberta proclamò “è’ Alessia”. Applauso……..io ero eccitatissima, avrei voluto scappare via ma adesso toccava a me essere bendata e scegliere “Dai facci sognare. Sorprendici……Stupiscici”…..non sapevo cosa fare, molte possibilità erano state bruciate (un'altra regola era che non si poteva ripetere la scelta di un altro), tutti mi mettevano fretta mentre Sara mi bendava disse…..” Ok userà…..la bocca… sugli uccelli dei maschietti”……io risposi “non vi fate illusioni……tu sei pazza….” precisai, quasi a voler buttare acqua sul fuoco…….avevamo un pò tutti esagerato con l’alcool….sentii una mano sulla spalla che invitava ad inginocchiarmi e da li a poco le mie labbra furono sfiorate da un cazz……con timidezza socchiusi le labbra e cominciai la mia esplorazione…..non avevo idea a chi potesse appartenere quel cazzo che non potevo però toccare…..con la lingua indagavo ma non era facile e poi ero distratta dai brividi di piacere che sentivo salire lungo la schiena…..passai ad un altro……questo mi sembrava più sottile e la cappella non era scoperta…..ci lavorai sopra un po’ ma non avevo nessun idea……sono tutta bagnata, eccitatissima……comincio con il terzo…..ormai eravamo tutti partiti sento silenzio intorno a me…….sento la cappella gonfiarsi nella mia bocca, la apro un po’ di più lasciando che l’arnese sconosciuto mi entrasse più a fondo……era liscio, dritto e ormai duro, proprio un bel cazzo……l’eccitazione comincia a salire……cedo a quel piacevole e leggero andirivieni…..non mollo, inizio un vero e proprio pompino con la verga inesplorata che mi scopava la bocca e mugolii di piacere che avvertivo lievi…..ero sicura…l’ho riconosciuto dalla voce….”é Simone” ma ormai non avevo nessuna intenzione di smettere….continuavo a gustare quella mazza che mi riempiva la bocca; qualcuno mi solleva la camicetta e mi accarezza la schiena, sono mani di donna ma non so chi sia….credo Sara…..sono ancora bendata…..la gonna scivola giù e sollevando uno alla volta le ginocchia faccio in modo che me la sfilino completamente…..le mani adesso sono più audaci…..mi accarezzano i fianchi….i glutei e poi due dita si introducono furtivamente nella mia passera……è bellissimo, anche perché i mugolii intorno a me li sento più forti e numerosi ed immagino cosa stia succedendo…..intanto Simone (almeno così credo) sfila il suo cazzo dalla mia bocca che viene immediatamente riempita da un altro cazzo piu grosso anche se meno lungo….un attimo e sento una cappella che si appoggia sulla mia figa…..sento che si fa largo dentro di me…..mi abbandono…..assecondo i movimenti in maniera che il ritmo fosse di concerto con il movimento della mia testa sull’uccello che stavo spompinando….delle mani mi accarezzano il seno…..mi tolgo la benda…..vedo Sara e Roberta che stanno scopando con i loro colleghi….io sono rimasta con Simone e Paolo……sono in estasi……Simone continua a muoversi dentro di me…. il suo cazzo durissimo…... sono completamente sotto di lui con le cosce spalancate per agevolare meglio i suoi movimenti…… entra ed esce da me è fantastico si muove benissimo dentro di me…..e quando lo tira fuori, prima di affondarlo nuovamente dentro di me……sento che porta fuori con se rivoli di miei umori vaginali che mi sento già colare sull’interno delle cosce e sul culetto…..Paolo intanto si è spostato ora è Sara che lo spompina…sento l’orgasmo di Simone è un susseguirsi di potenti schizzi di sperma…..la mia figa é un lago da dove ora pian piano fuoriescono fiumi della sua calda crema biancastra mista ai miei succhi che si posano sulle mie cosce e sul culetto……lui si ferma io ho le mie braccia intorno al suo collo……lo spingo e faccio sdraiare…..mi chino su di lui……comincio piccoli e velocissimi baci sul suo torace per scendere poi sull’addome ed ora sul suo bassoventre…..il suo corpo inizia a contorcersi come un pesce fuori dall’acqua, ….. comincia a gemere appena il mio alito caldo gli sfiora la punta del pene, ….. con la mano gli accarezzo la base inferiore dei testicoli….. le mie labbra provvedono adesso ad abbassargli la pelle del prepuzio per permettere alla sua cappella di venir fuori completamente……on la punta della lingua le sto girando intorno, é già gonfia e turgida alterno rapide slinguate a dolci carezze con la bocca che scorre ora dalla punta del suo cazzo, fino alla base dei testicoli e viceversa comincio a spompinarlo voglio che torni duro…mentre sono in quella posizione Paolo e dietro di me, comincia a mordermi il collo mentre io prendo il suo pene già gonfio di desiderio e me lo infilo tra le natiche cominciando a sculettare un po’……mi afferra energicamente i seni stringendomi i capezzoli……..inarco un po’ la schiena e divarico le gambe…..Paolo è dietro di me le mani sui miei fianchi sento il suo cazzo che, con un unico affondo, mi affonda nella figa…..comincia muoversi dentro di me con movimenti lenti e profondi……dopo pochi minuto sono percorsa da un orgasmo….mi tremano le gambe..nel frattempo il cazzo di Simone è di nuovo bello duro é già di nuovo in preda ad una voglia di sesso intensissima…….Paolo esce dalla mia fica e sento che con una mano mi allarga un po’ le natiche e mi appoggia il suo cazzo sul mio buchetto…è bagnato dei miei umori…..me lo spinge dentro…con un colpo ben vibrato seguito da un affondo poderoso sento nitidamente la sua calda cappella che si fa largo dentro di me…… provo un po di dolore……lo fa scorre dentro di piano piano…..quando è tutto dentro di me sono percorsa da dei fremiti di piacere….le sue palle si appoggiano sulle mie mele…… sento il suo ansimare sempre più affannato mentre il suo cazzo sta già scavando un solco nelle mie viscere, geme e mugola…… sento la mano di Simone tra le mie cosce….. lo guardo negli occhi……ascio che il suo cazzo entri dolcemente dentro di me lo sento farsi largo fra le mie grandi labbra e poi scorre dentro di me……sono completamete presa….sono piena di loro…..seguo il ritmo che loro mi danno……non capisco quale dei due mi fa godere di più……sento Paolo che mi sta inculando con forza…..il suo cazzo si muove nelle mie viscere come un’anguilla viscida e penetrante i miei gemiti ed i miei lamenti segnano l’inizio di una nuova secrezione dei miei umori vaginali che ora allagano nuovamente la mia fighetta…..Simone sotto di me è in Preda al delirio….lo sto bagnado con i miei umori……sto godendo….sono in un lago…… un urlo di Paolo e poi subito due spruzzi di sborra calda e cremosa che mi inondano il culetto seguiti da altri che, per la violenza con cui mi sta ancora scopando, mi generano rivoli di crema densa e biancastra che mi scende sulle cosce……quando Paolo piano piano lo sfila da dentro di me mi sento come svuotata…..ma sono libera di muovermi come voglio sopra Simone…..ora sono io che do il ritmo…..comincio a muovermi su di lui…..faccio scorrere il suo cazzo su e giu dentro di me prima lentamente poi via via più intensamente……lo sento gemere e mugolare di piacere ad ogni mio movimento……il mio piacere sale…..sto per avere un altro orgasmo e lungo e violento……urlo di piacere……Simone non è ancora venuto continua a muoversi dentro di me……lo faccio uscire dalla mia fica e lo comincio a spompinare prima lentamente poi via via più intensamente……nei movimenti che faccio con la bocca provvedo a serrare delicatamente le mie labbra quando sollevo la testa per estrarre il suo cazzo, per poi subito dopo andar giù fino ai suoi testicoli……passo ora a succhiarlo un po’ sulla cappella per poi riprendere a fargli un pompino come si conviene……sento Simone ansimare……aumento la velocità dei movimenti della bocca, …. sento che è prossimo a venire, mi spingo il suo cazzo quasi fino in gola…….mi gonfia le guance dall’interno…….un urlo inaudito mi fa capire che sta per raggiungere l’orgasmo che infatti gli arriva impetuoso…..il primo spruzzo di sborra mi colpisce il palato entrandomi per una parte direttamente in gola è mi riempie subito la bocca cerco di ingoiare…..lui è in preda al godimento un suo movimento brusco causa la fuoriuscita improvvisa del suo pene dalla mia bocca, due violenti gettiti di tiepida crema seminale mi colpiscono pertanto il viso scendendomi lentamente sulle guance, me lo rimetto immediatamente in bocca per arrivare adesso fino alla fine…..continuo con costanza a spompinarlo fino a quando non sento che il suo cazzo comincia ad afflosciarsi…. comincio quindi a sollevare gradatamente la mia bocca dal suo cazzo che ora esce dalla mia bocca con rivoli di sperma che si depositano sul mento e sulle mie labbra……mi sdraio fra Simone e Paolo siamo sfiniti e appagati……piu in là ci sono Roberta e Sara………mi guardano e capisco che era stato tutto organizzato da loro……mi alzo e vado nel bagno per ripulirmi……è tardi i ragazzi vanno via io e Roberta decidiamo di rimanere a dormire li da Sara……
…da tempo ripenso all’emozione che provai quando, avendo ..finalmente raggiunto i fatidici 18 anni e potendo così essere dotato di patente potei accedere per la prima volta ad un cinema a luci rosse, locali dai quali ero stato sempre escluso a causa della mia costituzione fisica apparentemente molto molto infantile ero totalmente inesperto di cose di sesso, anche se mi tiravo seghe a ripetizione, timido, arrossivo per un nonnulla, gracile,non certo palestrato…insicuro..incapace di oppormi a chi mi poteva dominare sia fisicamente che psicologicamente…ero caratterizzato da una bocca ereditata da mia madre, grande e dalle labbra tumide e da un culetto strano alto, tondo, con una fessura molto marcata..ero sempre deriso dalle compagne di scuola e sfottuto dai compagni che mi paragonavano ad una femminuccia, dovevo sempre stare attento altrimenti venivo palpato e nella confusione c’era sempre un compagno più grosso che, dopo avermi saldamente abbrancato per le anche, mimava una violenta inculata fra lo scherno di tutti. In effetti odiavo le ragazze che non mi interessavano per nulla mentre ero affascinato dal cazzo..ero curioso e impazzivo dal inconscio desiderio di vederlo e toccarlo.…Arrivato al cinema.entrai molto timoroso, esibii il mio documento ad una arcigna signora che mi guardo con un mezzo sorrisetto…vai, vai..che prima che tu sia uscito ti avranno fatto la festa…biascicò fra i denti.. , pagai il biglietto e mi avviai alla sala..avrei voluto andare in galleria, ma era chiusa..mi dovetti accomodare in platea..passati i tendaggi ero al buio..la sala sembrava vuota..io cercavo di orientarmi..confusamente avvertivo delle presenze per certi suoni, come leggeri ansimare..sullo schermo un negrone muscolosissimo dal cazzo enorme stava inculando una efebica fanciulla bianca…trovai il corridoio centrale..evitai per una caso di urtare un ombra silenziosa ma ansimante che mi si stava avvicinando…mi sedetti all’estremità di una fila centrale..mi accomodai, mi coprii con i lembi del giubbetto e potei finalmente mettere in libertà il mio cazzetto che era indurito al massimo…..cominciai a segarmi lentamente avendo un occhio allo schermo e un occhio alla platea temendo sempre di essere scoperto. Io non potevo certo sapere che il mio comportamento poteva essere frainteso dagli altri spettatori, che lo interpretarono piuttosto come un maldestro tentativo di adescamento…passò poco tempo e mentre sullo schermo la fanciulla si concedeva ormai a due muscolosissimi dotatissimi energumeni..l’ombra ansimante che mi aveva quasi urtato all’ingresso mi raggiunse e si accomodò nella fila dietro la mia ,scalato di due posti..un altro risalì il corridoio laterale e si posizionò esattamente alla mia altezza, appoggiato alla parete , come se cercasse un posto..io mi ero come paralizzato..non osavo guardare..la mia mano stringeva sempre il mio cazzo ma non mi muovevo temendo che si spostasse il giubbetto e apparisse il mio cazzo....lo spettatore seduto dietro di me, un distinto signore di circa 40anni, si spostò di un posto e sporgendosi verso di me mi incoraggiò a continuare a segarmi senza tante remore..visto che lo stavano facendo tutti..lui compreso..mi prese il panico..mi alzai impacciato e mi spostai rapidamente dall’altra parte, non prima di aver sentito chiaramente il commento del mio vicino sul mio comportamento e sulla mia paura e indecisione..… e aver buttato l’occhio sul suo cazzo duro e teso fuori dai pantaloni che mi mi turbò profondamente..era il primo che vedevo nella realtà...Confesso che ero agitato, tormentato da mille dubbi..la vista del cazzo duro mi aveva come scioccato..mi spiaceva quasi essere scappato..cercai di pensare solo allo schermo..il mio cazzo mi tirava, ripresi pian piano a segarmi anche se involontariamente prendendo meno precauzioni di segretezza…mi dovetti troppo appassionare al film perché non mi accorsi che il signore che era in piedi, dopo aver attraversato la sala era venuto a sedersi al mio fianco..vidi confusamente un vecchio ben portante con gli occhiali… il mio cazzo duro e teso era fuori, cercai di coprirlo con la mano..ma il signore con calma e con voce suadente mi invitò a non vergognarmi,continuò a menarsi il suo grosso cazzo con la mano sinistra mentre con la destra si impadroniva del mio..smisi di reagire..il piacere, nuovo ed improvviso mi stordiva, lo lasciai fare..dopo un po’ il vicino mi propose di ricambiarlo e presami la mano me la portò sul suo cazzo duro, grande e in tiro..in preda ad una eccitazione incontrollabile presi a segarlo, mentre lui mi incoraggiava..poi mi portò una mano sulla testa e mi spinse pian piano in basso versol’uccello.non seppi resistere..lo imboccai come avevo tante volte visto in certe giornali…....resosi conto che ero molto arrendevole mi propose di andare alle toilette per poter sborrare in santa pace….ripose il suo cazzo, mi coprì il mio con il giubbetto e mi guidò tenendomi per il braccio verso lo toilette..con la mia più totale e passiva condiscendenza..ero veramente fuori di testa….ormai ero deciso a saltare il fosso..nè avrei avuto la forza per oppormi…….non notai neanche che altre ombre si muovevano dietro di noi ,.appena entrati nei locali, piccoli, sporchi, impregnati di un odore strano, intenso e che contribuiva a stordirmi ci vedemmo veramente in viso..lui era sicuramente un uomo oltre i 40 anni, muscoloso e determinato..lui vide un ragazzetto carino e psicologicamente indifeso…apprezzò moltissimo il mio aspetto, mi disse che ero una miniatura.con una bocca e un culo da sballo.poi si chinò e palpandomi con forza le natiche si mise in bocca il mio durissimo cazzetto..il mio primo pompino..meraviglioso..dopo un po’ mi chiese di rendergli il favore..mi sembrò giusto …mi chinai e seguendo le sue precise istruzioni, lo leccai..lo segai..me lo infilai in bocca succhiandolo, lui di colpo cambiò comportamento, mi prese per le orecchie e tenendomi ferma la testa prese a scoparmi in bocca, spingendo il suo cazzo fino alle mie tonsille..sempre più freneticamente..fino a che non mi riempì bocca e gola col la sua sborra..cercai di inghiottirla temendo di sporcarmi ,mi chiese di succhiarlo a fondo poi mi tolse il cazzo di bocca e mi sparò in faccia che ero veramente una troia..brava, ma troia..mi lasciò lì mentre il primo spettatore che ci aveva seguito si faceva avanti.. sei veramente una troietta..adesso per farti perdonare di avermi lasciato come un merlo mi dai anche il culetto..se no ti sputtano davanti a tutti…… io ero ancora con il cazzetto fuori..francamente turbato, eccitato, preoccupato ed intimorito..il signore davanti a me sfoderava il cazzo duro che mi aveva tanto colpito e sembrava veramente mollto deciso..ne ebbi un po’ paura paura e lo subii..mi prese per il braccio e mi spinse dentro un gabinetto, chiuse la porta anche se c’erano tanti di quei buchi da essere come all’aperto, mentre le pareti e la porta erano coperti di inviti espliciti e per me anche arrapanti..se la cassiera non ti avesse controllato il documento ti darei molto meno anni..sei veramente una troietta..è la tua prima volta..sei vergine..dimmi la verità….. però i pompini sembri bravo a farli..io cercai di ammansirlo confermandogli esplicitamente di avere 18anni, che in effetti era la prima volta e che quello che lui aveva visto era il mio primo atto sessuale con un uomo..allora sei proprio bravo di tuo..adesso succhiami un po’ tanto per convincermi che non ce l’hai con me..io, stranamente eccitato acconsentii ma gli posi come condizione di non fare come il primo..di non spruzzarmi in gola..si mise a ridere e mentre lo imboccavo mi garantì che non mi avrebbe sborrato in gola..certamente…poi dopo una breve pompata me lo sfilò di bocca e cominciò a svestirmi..io cercavo di ribellarmi..ma lui era forte e convincente..e poi io francamente ero eccitato e come in stato di ebrezza ,si accontentò di calarmi pantaloni e mutande..mi palpò con sicurezza le natiche..mi aprì il solco e prese a titillarmi il buchetto…dio..mi vergognavo..ma mi piaceva lui se ne accorse..mi pregò di appoggiarmi inclinato a 90 gradi contro la parete con le mani e con la testa..e da un buco vidi distintamente nello stanzino a fianco due uomini seduti uno sopra l’altro sulla tazza..quello di sopra saliva e scendeva mentre il cazzo di quello di sotto entrava ed usciva dal suo culo…dai gemiti che si potevano ascoltare lui mi disse che evidentemente nel gabinetto a fianco si stavano divertendo e che presto anche noi li avremmo seguiti….poi mi spalmò un unguento fresco sul buco e dentro il culo..prima con un dito.poi con due..poi tre..io pur vergognandomi terribilmente ero sempre più eccitato..e spingevo il mio culetto contro la sua mano..dai..tesoroo..sei veramente fatto per fare la troia adesso tienti forte e non urlare..e la sua cappella si puntò contro il mio buchetto già dilatato..la strisciava avanti e indietro accennando ad un movimento circolaree spingeva sempre più verso l’interno cominciando ad entrare..intanto alternava consigli a non stringermi..a lasciarlo entrare, a cercare di aprirmi come per fare passare uno stronzo con complimenti sulla mia bellezza e sulla mia buona disponibilità..poi di colpo…sentii una verga calda bollente entrare tutta dentro..dilatarmi il culetto..e mentre il cazzo mi si induriva al massimo..lui prese a pomparmi a fondo sfruttando l’ottima lubrificazione..durò a lungo..i nostri gemiti avevano attirato l’attenzione dei vicini e di altri,la sborrata liberatoria che mi riempì il pancino di bianca lava bollente, fu accompagnata oltre che dal mio orgasmo anche da quello di altri guardoni..l’uomo mi strinse a sé convulsamente..mi baciò di colpo in bocca con tutta la lingua poi mi fece rivestire e mi propose di accompagnarmi all’uscita per evitarmi altri incontri..uscimmo assieme, due vecchi gli proposero inutilmente di non portami via con lui, ma di lasciarmi lì che anche loro volevano godersi le mie grazie.. per fortuna non ero solo, salendo le scale per uscire ci scambiammo i numeri di cell e poi passammo per l’atrio verso le porte..sentii distintamente il commento della vecchia cassiera..l’avevo detto che ti avrebbero fatta la festa…va la che c’è un altra troia in città……
Eravamo da poco sposati io e la mia mogliettina, 21 anni carina, e un corpo notevole.
Una bella fica!!
Quella sera eravamo andati ad una cena con amici.
Lei bevve qualcosa di più del normale e ce ne tornammo a casa che lei era veramente ubriaca!
Ma non ubriaca al punto di stare male e vomitare tutto come a volte può accadere….ubriaca in modo da sparare discorsi senza senso, e da non reggersi sulle gambe.
A fatica riuscii ad accompagnarla in camera, lei si butto sul letto e continuava a farneticare , ad occhi chiusi come se dormisse. Rideva, borbottava frasi senza senso…era veramente alticcia.
Ovviamente per metterla a letto dovevo spogliarla!!
Cominciai con l’operazione e…via gli stivali….via la camicetta….via la gonna, ….via il collant era rimasti ovviamente gli slip e il reggiseno!! Mentre la stavo denudando, mi resi conto che una certa eccitazione si stava impossessando di me. Pensai che in fondo non stava poi così male da doversi preoccupare, e che visto il suo stato avrei potuto approfittarne per una porcata.
Prima di procedere mi spogliai completamente e quando mi tolsi gli slip, ne usci fuori il mio cazzo già turgido e pronto all’uso!! Tornai ad interessarmi di lei che se ne stava stesa sul letto a pancia in su, facendola roteare sotto sopra per poterle sganciare il reggiseno ( una quinta ) più agevolmente. Per fare questo montai a cavalcioni del suo fondo schiena facendo in modo di far sistemare il mio cazzo semirigido in mezzo alle sue chiappe ancora protette dagli slip.
La mia eccitazione cresceva….stavo per toglierle anche l’ultimo indumento, e lei se ne stava beata e tranquilla, borbottando e sonnecchiando.
Entrai con due dita sotto l’elastico dei suoi slip e iniziai a farglieli scivolare sotto il ventre e poi giù lungo le cosce. In breve ero già ai suoi piedi e visto che sono un appassionato feticista dei piedi, ricordo che non persi l’occasione per annusarli molto intensamente e per leccargli le dita.
Le divaricai le gambe al massimo per godermi lo spettacolo, in mezzo alla peluria si aprivano le labbra della fica e allargandole le chiappe andai a farle dilatare il buco del culo.
Mi misi a leccarglielo con abbondante saliva e mentre leccavo cercavo di penetrarla con la lingua, poi iniziai a toccarla con una mano mentre con l’ altra mi smanettavo l’uccello che era sempre più turgido e con la cappella gonfia che iniziava a bagnarsi di umori.
Un dito….due dita e poi tre dentro il suo ano, lei mugugnava qualcosa ma acconsentiva senza reagire. Comincia a dirle frasi sconce, cosa che non avevo mai fatto prima, come: godi troia ti sto sfondando il culo,…. sei una vacca da monta…..adesso ti riempio di sperma!! La girai nuovamente sotto sopra e finalmente potei palparle le tettone e succhiarle i capezzoloni. Ero infoiato veramente per la situazione da film che si era creata. La toccavo dappertutto….v la palpavo….le infilavo le dita nella fica e nel culo contemporaneamente e inizia a sentire che era tutta bagnata di broda come una cagna in calore.
Anch’io avevo la cappella bagnata fradicia di umori e pensai bene di fargliela ripulire infilandole il cazzo in bocca. La forzai stringendole le gote e non appena la bocca si schiuse da prima le strusciai la capella sulle labbra e poi penetrai con forza dentro la sua bocca e spinsi a fondo la cappella.
Ero padrone del suo corpo….la usavo come una puttana e mi preparavo a scaricarle in bocca una bella dose di sperma! Prima però pensai di divertirmi a penetrarla in tutti i buchi, e girandola su un fianco me la posizionai in maniera da poter accedere facilmente alla sua fica e al suo culo.
Stava sbrodolando come una scrofa dalla fica tanto che andavo a bagnarmi la cappella in mezzo alle labbra della sua fregna, e con quella broda andavo a lubrificarle il buco del culo. Una volta, due volte e poi decisi che era il momento di sfondarle il buco del culo.
Si….come si dice…l’occasione fa l’uomo ladro!! Lei era sempre stata contraria a farsi penetrare analmente, d’altronde la capivo….era ancora giovane!!! Certe cose le fanno più normalmente le donne mature…quelle di una certa età che ormai sono esperte troie!!
Ma questa occasione non la potevo perdere!!
Inizia a spingere la mia cappella turgida in mezzo a quella rosellina facendola dilatare sempre più.
Lei gemeva……non so se per il godimento o per il dolore!! Io stavo entrando con la mia cappella dentro il suo culo!! Spingevo lentamente e nel contempo le toccavo la fica. Era bagnata fradicia! Mi convinsi che stava godendo come una maiala!! La mia spinta aumento, ero tutto dentro!!
Guardai con soddisfazione la scena…..il mio cazzo era tutto piantato dentro al suo culo.
L’avevo sodomizzata!! Lo tirai fuori lentamente e decisi di passare alla sua fica.
Era in un lago di broda!
Penetrai con estrema facilità e godimento il mio cazzo dentro la sua fica e iniziai a montarla come una vacca. Lei era li,… passiva,… rilassata,…. a disposizione delle mie fantasie erotiche sessuali. Di nuovo qualche colpo profondo nel culo e poi una ripassata alla fica , poi di nuovo il culo e poi ancora la fica e così via…..lei stava godendo, cominciava a partecipare all’azione, sentiva che la stavo usando e in fondo penso che godeva proprio perché poteva liberamente sentirsi una puttana !! Che godimento…comincia a realizzare che finalmente potevo fare quello che più desideravo e che ancora la troia non mi aveva concesso: riempirle la bocca con una abbondante sborrata!! Mi portai con il cazzo vicino alla sua bocca, le dissi: leccami troia, leccami la cappella e fammi sborrare! Lei era in grado di capirmi e certamente come ho già detto prima, era consapevole che me la stavo usando come una puttana.
Inizio a far girare la sua lingua intorno alla cappella, io mi stavo lentamente masturbando in modo da cogliere il momento migliore per inondarla e……..adesso…..adesso era il momento buono!! Pompami troia…….bevi puttana, bevi la mia sborra!! E schizzavo….e leccava , ciucciava la cappella, e io schizzavo sperma a fiotti e lei slinguava e si impiastrava tutte le labbra. Adesso con la cappella le spargevo la sborra su tutta la faccia e poi sulle tette, e il mio cazzo si stava lentamente sgonfiando.
Che goduria….quella scrofa di mia moglie aveva mangiato la mia sborra!! Che bella esperienza!! Avevo trattato la mia mogliettina come la più grande troia!! Con delle salviettine le ripulii la faccia dalla sperma , le infilai il suo pigiamino, le feci bere una tisana, e si addormentò beata. Il giorno dopo io mi svegliai ancora eccitato e con una vigorosa erezione.
Lei mi disse che aveva un cerchio alla testa e che non ricordava cosa fosse accaduto la sera prima.
Io le dissi che aveva bevuto un po’ troppo e che l’avevo aiutata io a indossare il pigiama e a metterla a letto. Lei disse….dormo ancora un po’!!!