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Mi chiamo Marcello e ho diciotto anni. Vivo a Napoli e frequento l’ultimo anno dell’istituto alberghiero. Mi hanno sempre considerato un bel ragazzo: occhi, capelli e pelle scuri, spalle larghe e vita stretta e facendo palestra e calcio ho i muscoli abbastanza definiti, mi considerano un latin lover, sotto è un po’ vero. Il mio punto forte è il sedere che delle volte anche delle donne mature e i miei compagni me l’hanno palpeggiato, ma non è dei miei amici finocchi che voglio parlare, ma di quello che mi successe realmente, e che ringrazio ancora il signore per averla fatta succedere, con la sorella del mio migliore amico, Valentina. Vale ha sedici anni ed è la musa ispiratrice delle mie seghe: ha un viso angelico, capelli castani ricci e occhi verdi, la pelle è di un color miele bellissimo, ma le cose che mi fanno impazzire di lei sono tre: le labbra carnose, non troppo né troppo poco, rosate e quasi sempre con un po’ di lucidalabbra, il seno enorme, una quinta esagerata, che per una della sua età non è normale, però lei nell’età dello sviluppo era obesa e ora che è dimagrita ne è rimasto tutto quel ben di dio ed infine il sedere, con un filo di cellulite, ma comunque generoso ed alto,siccome che fa ginnastica, mi fa andare in tilt comunque. Voglio raccontarvi di quando me la feci. Un giorno dovevo andare a studiare appunto a casa sua con il fratello, solo che mi anticipai un po’ e Gennaro non era ancora tornato dall’allenamento di calcetto, così, essendo comunque sei anni che frequento quella casa, Vale mi fece entrare senza problemi, chiamò il fratello al cellulare e sentivo che diceva “Oè?!Ah?..Ah!..Ok, a dopo!” e poi quella magnifica frase:
? Mio fratello tarderà di un paio d’ore. 
Quella fu la frase che suscitò in me mille pensieri, lei mi disse ancora: 
? Vabè, dammi la giacca che la poso e poi torno a farti compagnia, ti va una Coca e qualche patatina?v Avrei voluto rispondere “l’unica patatina che voglio è la tua”, ma tuttavia il mio cervello riuscì a cacciare un “Sì, grazie” piuttosto normale. Mi sedetti sul divano e poggiai lo zaino ai miei piedi e la vedevo armeggiare in cucina con una scodella e delle lattine di Coca, quando ritornò da me, un tovagliolo le cadde a terra e così, piegandosi nel prenderlo, mi fece scorgere nella scollatura per due secondi o poco più, l’effetto vedo-non vedo è sempre stato interessante per me e ovviamente non fu da meno soprattutto in quel momento. Sedutasi vicino a me, mi porse la lattina ghiacciata con un sorriso che le ricambiai, per mia sfortuna, le patatine nella scodella erano Fonzies, quindi lei dopo averne mangiate un paio, si leccava le dita, mamma mia, cercavo di restare il più calmo possibile, ma a quanto sembrava lei lo faceva con gusto e forse con un pizzico di malizia, iniziammo a chiacchierare del più e del meno poi lei: 
? Ce l’hai la ragazza? 
? No, in realtà no. E tu? 
? Nemmeno. Sesso occasionale. E tu? 
? Anche. – poi la fatidica domanda.v ? Da quanto non scopi? 
? Non sono cose che dovresti sapere …
? Dai! Quanto la fai lunga! Te lo dico prima io allora? 
? Come ti pare. 
? Io da due mesi. 
? Ti piacerebbe! Secondo me non hai nemmeno mai baciato! 
? Sì invece! Vuoi vedere? 
Annuii e lei grazie a dio non si ritirò: mi salì a cavalcioni addosso e mentre mi toccava il caro amico già in posizione d’attacco, mi diede un bacio alla francese, moto brava in effetti, poi per istigarla ancora di più, quando finì disse: 
? Visto? 
? Eh già, sono bravi tutti così …
Lei mi guardò con aria di sfida e si mise in ginocchio davanti a me fissandomi negli occhi e poi cominciò a sbottonarmi i pantaloni, io la lasciavo fare finche non si trovò davanti ad un affare di 26 cm e anche abbastanza largo, alzò gli occhi e non disse nulla, iniziò però a baciarlo dolcemente e a passarci la lingua sopra mentre con la mano iniziò ad aumentare il ritmo e di conseguenza il mio piacere, quando vide che ero abbastanza posseduto dal piacere, si fermò, mettendo tutto al suo posto e lasciandomi stupito, poi aggiunse: 
? Mi fa male il collo, mi faresti un massaggio? 
Ora il messaggio era chiaro, mi desiderava, ma voleva che fossi io a fare la prima mossa, così la feci girare e le spostai i capelli, il mio sguardo scese sulla sua schiena … e su dove finiva: in un perizoma nero con un paio di labbra rosse cucite sopra, lei mi guardò maliziosa con la coda dell’occhio e sporgendo un po’ il busto in avanti mi fece guardare anche nella camicia che era un po’ aperta, dopo un paio di minuti che le massaggiavo il collo, provai a baciarglielo e infatti era proprio quello che voleva lei, se lo fece baciare per qualche minuto, poi la girai versi di me e la misi a cavalcioni su di me, la strinsi per bene in modo da farle sentire che succedeva nei miei pantaloni e le piazzai tutte due le mani sul culo e la faccia fra le tette che lei liberò della camicia, indossava un reggiseno uguale al perizoma, ironico le domandai: 
? Ma tu a scuola così vai conciata? 
? Sesso occasionale …
Mi rispose sorridendo mentre mi sbottonava il jeans e faceva lo stesso per sé, mi alzai così come stavamo, la presi in braccio mentre mi baciava il collo e prima la poggiai al muro spingendo fortissimo e lei fece una specie di gemito sospirato, poi la portai in camera sua, dove ricordavo bene che aveva il letto ad una piazza e mezza, la stesi e le sfilai di corsa i jeans e spostai il perizoma e iniziai a leccarle la figa liscia e morbida prima piano e poi velocemente scopandola con due dita, lei gemeva e si stimolava i capezzoli già durissimi, io lasciai la figa e iniziai a leccarle i capezzoli e a stringere le tette fra loro mentre lei cercava di sfilarmi il jeans, le risparmiai la fatica sfilandomelo e dando una prima botta decisa in figa, lei emise un gemito di piacere e io continuai,sempre più velocemente mente stringevo e leccavo le tette e lei mi spingeva la testa dopo un paio di minuti mi sfilati dalla figa e lei si mise seduta sul letto ciucciando velocissima poi si piazzò il cazzone durissimo e caldo fra le tette e cominciò a fare una spagnola stavo quasi per venire e l’avvertii lei si girò a pecora e se lo fece piazzare nel culo e io lo feci senza pietà e lei non urlò di dolore, ma di piacere e la cosa mi fece impazzire, così da farmi venire nel suo culo. Trombammo per un paio d’orette e io per riprendermi le ciucciavo la figa e la cosa non dispiacque affatto a nessuno dei due. Signore dio, ti ringrazio di tutto questo, amen. 

23 Ottobre Roberta organizza la cena di compleanno di Sara.Verso le 20 Roberta passa a prendermi andiamo a casa di Sara mi dice che hanno organizzato una cena a casa di Sara……Arrivati a casa di Sara con Roberta ci sono quattro loro amici due vengono da Milano Simone e Paolo amici di Sara, gli altri erano dei colleghi di Roberta e Sara……la cena l’aveva preparata Sara noi avevamo portato il vino e il dolce e i regali chiaramente……finita la cena ci siamo spostati nel salotto di Sara che come pavimento ha una splendida mochet li gli abbiamo fatto scartare i regali, fra i regali seri cerano anche gli scherzi……poi uno dei ragazzi di Milano disse “perché non facciamo un gioco” Il gioco si trattava una persona bendata toccando con una parte del nostro corpo una parte del corpo dell’altro doveva indovinare chi era……cominciarono i ragazzi ci scappava qualche tastata di troppo ma insomma tutto ok…anche se mi resi conto che la cosa ci eccitava un po’ a tutti……poi venne il turno di Roberta mi sentii scossa perché aveva deciso di individuare la persona leccando il seno…….quando si avvicinò a me……avevo la sensazione che aveva perfettamente capito chi fossi dal mio profumo che aveva già apprezzato mentre venivamo qua……la sua lingua calda bagnò i miei capezzoli ed io non potei evitare un piccolo sobbalzo di eccitazione. L’infame continuò a lungo la sua perlustrazione, come non aveva fatto con gli altri e per giustificarsi sussurrava “ Ma ….non so…chi sei?”. E intanto aveva cominciato a succhiare dolcemente il mio seno…..cominciai a bagnarmi ma fingevo freddezza perché non volevo che gli altri se ne accorgessero……dopo 15 lunghissimi minuti (era il tempo massimo stabilito) ero completamente partita quando Roberta proclamò “è’ Alessia”. Applauso……..io ero eccitatissima, avrei voluto scappare via ma adesso toccava a me essere bendata e scegliere “Dai facci sognare. Sorprendici……Stupiscici”…..non sapevo cosa fare, molte possibilità erano state bruciate (un'altra regola era che non si poteva ripetere la scelta di un altro), tutti mi mettevano fretta mentre Sara mi bendava disse…..” Ok userà…..la bocca… sugli uccelli dei maschietti”……io risposi “non vi fate illusioni……tu sei pazza….” precisai, quasi a voler buttare acqua sul fuoco…….avevamo un pò tutti esagerato con l’alcool….sentii una mano sulla spalla che invitava ad inginocchiarmi e da li a poco le mie labbra furono sfiorate da un cazz……con timidezza socchiusi le labbra e cominciai la mia esplorazione…..non avevo idea a chi potesse appartenere quel cazzo che non potevo però toccare…..con la lingua indagavo ma non era facile e poi ero distratta dai brividi di piacere che sentivo salire lungo la schiena…..passai ad un altro……questo mi sembrava più sottile e la cappella non era scoperta…..ci lavorai sopra un po’ ma non avevo nessun idea……sono tutta bagnata, eccitatissima……comincio con il terzo…..ormai eravamo tutti partiti sento silenzio intorno a me…….sento la cappella gonfiarsi nella mia bocca, la apro un po’ di più lasciando che l’arnese sconosciuto mi entrasse più a fondo……era liscio, dritto e ormai duro, proprio un bel cazzo……l’eccitazione comincia a salire……cedo a quel piacevole e leggero andirivieni…..non mollo, inizio un vero e proprio pompino con la verga inesplorata che mi scopava la bocca e mugolii di piacere che avvertivo lievi…..ero sicura…l’ho riconosciuto dalla voce….”é Simone” ma ormai non avevo nessuna intenzione di smettere….continuavo a gustare quella mazza che mi riempiva la bocca; qualcuno mi solleva la camicetta e mi accarezza la schiena, sono mani di donna ma non so chi sia….credo Sara…..sono ancora bendata…..la gonna scivola giù e sollevando uno alla volta le ginocchia faccio in modo che me la sfilino completamente…..le mani adesso sono più audaci…..mi accarezzano i fianchi….i glutei e poi due dita si introducono furtivamente nella mia passera……è bellissimo, anche perché i mugolii intorno a me li sento più forti e numerosi ed immagino cosa stia succedendo…..intanto Simone (almeno così credo) sfila il suo cazzo dalla mia bocca che viene immediatamente riempita da un altro cazzo piu grosso anche se meno lungo….un attimo e sento una cappella che si appoggia sulla mia figa…..sento che si fa largo dentro di me…..mi abbandono…..assecondo i movimenti in maniera che il ritmo fosse di concerto con il movimento della mia testa sull’uccello che stavo spompinando….delle mani mi accarezzano il seno…..mi tolgo la benda…..vedo Sara e Roberta che stanno scopando con i loro colleghi….io sono rimasta con Simone e Paolo……sono in estasi……Simone continua a muoversi dentro di me…. il suo cazzo durissimo…... sono completamente sotto di lui con le cosce spalancate per agevolare meglio i suoi movimenti…… entra ed esce da me è fantastico si muove benissimo dentro di me…..e quando lo tira fuori, prima di affondarlo nuovamente dentro di me……sento che porta fuori con se rivoli di miei umori vaginali che mi sento già colare sull’interno delle cosce e sul culetto…..Paolo intanto si è spostato ora è Sara che lo spompina…sento l’orgasmo di Simone è un susseguirsi di potenti schizzi di sperma…..la mia figa é un lago da dove ora pian piano fuoriescono fiumi della sua calda crema biancastra mista ai miei succhi che si posano sulle mie cosce e sul culetto……lui si ferma io ho le mie braccia intorno al suo collo……lo spingo e faccio sdraiare…..mi chino su di lui……comincio piccoli e velocissimi baci sul suo torace per scendere poi sull’addome ed ora sul suo bassoventre…..il suo corpo inizia a contorcersi come un pesce fuori dall’acqua, ….. comincia a gemere appena il mio alito caldo gli sfiora la punta del pene, ….. con la mano gli accarezzo la base inferiore dei testicoli….. le mie labbra provvedono adesso ad abbassargli la pelle del prepuzio per permettere alla sua cappella di venir fuori completamente……on la punta della lingua le sto girando intorno, é già gonfia e turgida alterno rapide slinguate a dolci carezze con la bocca che scorre ora dalla punta del suo cazzo, fino alla base dei testicoli e viceversa comincio a spompinarlo voglio che torni duro…mentre sono in quella posizione Paolo e dietro di me, comincia a mordermi il collo mentre io prendo il suo pene già gonfio di desiderio e me lo infilo tra le natiche cominciando a sculettare un po’……mi afferra energicamente i seni stringendomi i capezzoli……..inarco un po’ la schiena e divarico le gambe…..Paolo è dietro di me le mani sui miei fianchi sento il suo cazzo che, con un unico affondo, mi affonda nella figa…..comincia muoversi dentro di me con movimenti lenti e profondi……dopo pochi minuto sono percorsa da un orgasmo….mi tremano le gambe..nel frattempo il cazzo di Simone è di nuovo bello duro é già di nuovo in preda ad una voglia di sesso intensissima…….Paolo esce dalla mia fica e sento che con una mano mi allarga un po’ le natiche e mi appoggia il suo cazzo sul mio buchetto…è bagnato dei miei umori…..me lo spinge dentro…con un colpo ben vibrato seguito da un affondo poderoso sento nitidamente la sua calda cappella che si fa largo dentro di me…… provo un po di dolore……lo fa scorre dentro di piano piano…..quando è tutto dentro di me sono percorsa da dei fremiti di piacere….le sue palle si appoggiano sulle mie mele…… sento il suo ansimare sempre più affannato mentre il suo cazzo sta già scavando un solco nelle mie viscere, geme e mugola…… sento la mano di Simone tra le mie cosce….. lo guardo negli occhi……ascio che il suo cazzo entri dolcemente dentro di me lo sento farsi largo fra le mie grandi labbra e poi scorre dentro di me……sono completamete presa….sono piena di loro…..seguo il ritmo che loro mi danno……non capisco quale dei due mi fa godere di più……sento Paolo che mi sta inculando con forza…..il suo cazzo si muove nelle mie viscere come un’anguilla viscida e penetrante i miei gemiti ed i miei lamenti segnano l’inizio di una nuova secrezione dei miei umori vaginali che ora allagano nuovamente la mia fighetta…..Simone sotto di me è in Preda al delirio….lo sto bagnado con i miei umori……sto godendo….sono in un lago…… un urlo di Paolo e poi subito due spruzzi di sborra calda e cremosa che mi inondano il culetto seguiti da altri che, per la violenza con cui mi sta ancora scopando, mi generano rivoli di crema densa e biancastra che mi scende sulle cosce……quando Paolo piano piano lo sfila da dentro di me mi sento come svuotata…..ma sono libera di muovermi come voglio sopra Simone…..ora sono io che do il ritmo…..comincio a muovermi su di lui…..faccio scorrere il suo cazzo su e giu dentro di me prima lentamente poi via via più intensamente……lo sento gemere e mugolare di piacere ad ogni mio movimento……il mio piacere sale…..sto per avere un altro orgasmo e lungo e violento……urlo di piacere……Simone non è ancora venuto continua a muoversi dentro di me……lo faccio uscire dalla mia fica e lo comincio a spompinare prima lentamente poi via via più intensamente……nei movimenti che faccio con la bocca provvedo a serrare delicatamente le mie labbra quando sollevo la testa per estrarre il suo cazzo, per poi subito dopo andar giù fino ai suoi testicoli……passo ora a succhiarlo un po’ sulla cappella per poi riprendere a fargli un pompino come si conviene……sento Simone ansimare……aumento la velocità dei movimenti della bocca, …. sento che è prossimo a venire, mi spingo il suo cazzo quasi fino in gola…….mi gonfia le guance dall’interno…….un urlo inaudito mi fa capire che sta per raggiungere l’orgasmo che infatti gli arriva impetuoso…..il primo spruzzo di sborra mi colpisce il palato entrandomi per una parte direttamente in gola è mi riempie subito la bocca cerco di ingoiare…..lui è in preda al godimento un suo movimento brusco causa la fuoriuscita improvvisa del suo pene dalla mia bocca, due violenti gettiti di tiepida crema seminale mi colpiscono pertanto il viso scendendomi lentamente sulle guance, me lo rimetto immediatamente in bocca per arrivare adesso fino alla fine…..continuo con costanza a spompinarlo fino a quando non sento che il suo cazzo comincia ad afflosciarsi…. comincio quindi a sollevare gradatamente la mia bocca dal suo cazzo che ora esce dalla mia bocca con rivoli di sperma che si depositano sul mento e sulle mie labbra……mi sdraio fra Simone e Paolo siamo sfiniti e appagati……piu in là ci sono Roberta e Sara………mi guardano e capisco che era stato tutto organizzato da loro……mi alzo e vado nel bagno per ripulirmi……è tardi i ragazzi vanno via io e Roberta decidiamo di rimanere a dormire li da Sara…… 

Racconto di un inizio

…da tempo ripenso all’emozione che provai quando, avendo ..finalmente raggiunto i fatidici 18 anni e potendo così essere dotato di patente potei accedere per la prima volta ad un cinema a luci rosse, locali dai quali ero stato sempre escluso a causa della mia costituzione fisica apparentemente molto molto infantile ero totalmente inesperto di cose di sesso, anche se mi tiravo seghe a ripetizione, timido, arrossivo per un nonnulla, gracile,non certo palestrato…insicuro..incapace di oppormi a chi mi poteva dominare sia fisicamente che psicologicamente…ero caratterizzato da una bocca ereditata da mia madre, grande e dalle labbra tumide e da un culetto strano alto, tondo, con una fessura molto marcata..ero sempre deriso dalle compagne di scuola e sfottuto dai compagni che mi paragonavano ad una femminuccia, dovevo sempre stare attento altrimenti venivo palpato e nella confusione c’era sempre un compagno più grosso che, dopo avermi saldamente abbrancato per le anche, mimava una violenta inculata fra lo scherno di tutti. In effetti odiavo le ragazze che non mi interessavano per nulla mentre ero affascinato dal cazzo..ero curioso e impazzivo dal inconscio desiderio di vederlo e toccarlo.…Arrivato al cinema.entrai molto timoroso, esibii il mio documento ad una arcigna signora che mi guardo con un mezzo sorrisetto…vai, vai..che prima che tu sia uscito ti avranno fatto la festa…biascicò fra i denti.. , pagai il biglietto e mi avviai alla sala..avrei voluto andare in galleria, ma era chiusa..mi dovetti accomodare in platea..passati i tendaggi ero al buio..la sala sembrava vuota..io cercavo di orientarmi..confusamente avvertivo delle presenze per certi suoni, come leggeri ansimare..sullo schermo un negrone muscolosissimo dal cazzo enorme stava inculando una efebica fanciulla bianca…trovai il corridoio centrale..evitai per una caso di urtare un ombra silenziosa ma ansimante che mi si stava avvicinando…mi sedetti all’estremità di una fila centrale..mi accomodai, mi coprii con i lembi del giubbetto e potei finalmente mettere in libertà il mio cazzetto che era indurito al massimo…..cominciai a segarmi lentamente avendo un occhio allo schermo e un occhio alla platea temendo sempre di essere scoperto. Io non potevo certo sapere che il mio comportamento poteva essere frainteso dagli altri spettatori, che lo interpretarono piuttosto come un maldestro tentativo di adescamento…passò poco tempo e mentre sullo schermo la fanciulla si concedeva ormai a due muscolosissimi dotatissimi energumeni..l’ombra ansimante che mi aveva quasi urtato all’ingresso mi raggiunse e si accomodò nella fila dietro la mia ,scalato di due posti..un altro risalì il corridoio laterale e si posizionò esattamente alla mia altezza, appoggiato alla parete , come se cercasse un posto..io mi ero come paralizzato..non osavo guardare..la mia mano stringeva sempre il mio cazzo ma non mi muovevo temendo che si spostasse il giubbetto e apparisse il mio cazzo....lo spettatore seduto dietro di me, un distinto signore di circa 40anni, si spostò di un posto e sporgendosi verso di me mi incoraggiò a continuare a segarmi senza tante remore..visto che lo stavano facendo tutti..lui compreso..mi prese il panico..mi alzai impacciato e mi spostai rapidamente dall’altra parte, non prima di aver sentito chiaramente il commento del mio vicino sul mio comportamento e sulla mia paura e indecisione..… e aver buttato l’occhio sul suo cazzo duro e teso fuori dai pantaloni che mi mi turbò profondamente..era il primo che vedevo nella realtà...Confesso che ero agitato, tormentato da mille dubbi..la vista del cazzo duro mi aveva come scioccato..mi spiaceva quasi essere scappato..cercai di pensare solo allo schermo..il mio cazzo mi tirava, ripresi pian piano a segarmi anche se involontariamente prendendo meno precauzioni di segretezza…mi dovetti troppo appassionare al film perché non mi accorsi che il signore che era in piedi, dopo aver attraversato la sala era venuto a sedersi al mio fianco..vidi confusamente un vecchio ben portante con gli occhiali… il mio cazzo duro e teso era fuori, cercai di coprirlo con la mano..ma il signore con calma e con voce suadente mi invitò a non vergognarmi,continuò a menarsi il suo grosso cazzo con la mano sinistra mentre con la destra si impadroniva del mio..smisi di reagire..il piacere, nuovo ed improvviso mi stordiva, lo lasciai fare..dopo un po’ il vicino mi propose di ricambiarlo e presami la mano me la portò sul suo cazzo duro, grande e in tiro..in preda ad una eccitazione incontrollabile presi a segarlo, mentre lui mi incoraggiava..poi mi portò una mano sulla testa e mi spinse pian piano in basso versol’uccello.non seppi resistere..lo imboccai come avevo tante volte visto in certe giornali…....resosi conto che ero molto arrendevole mi propose di andare alle toilette per poter sborrare in santa pace….ripose il suo cazzo, mi coprì il mio con il giubbetto e mi guidò tenendomi per il braccio verso lo toilette..con la mia più totale e passiva condiscendenza..ero veramente fuori di testa….ormai ero deciso a saltare il fosso..nè avrei avuto la forza per oppormi…….non notai neanche che altre ombre si muovevano dietro di noi ,.appena entrati nei locali, piccoli, sporchi, impregnati di un odore strano, intenso e che contribuiva a stordirmi ci vedemmo veramente in viso..lui era sicuramente un uomo oltre i 40 anni, muscoloso e determinato..lui vide un ragazzetto carino e psicologicamente indifeso…apprezzò moltissimo il mio aspetto, mi disse che ero una miniatura.con una bocca e un culo da sballo.poi si chinò e palpandomi con forza le natiche si mise in bocca il mio durissimo cazzetto..il mio primo pompino..meraviglioso..dopo un po’ mi chiese di rendergli il favore..mi sembrò giusto …mi chinai e seguendo le sue precise istruzioni, lo leccai..lo segai..me lo infilai in bocca succhiandolo, lui di colpo cambiò comportamento, mi prese per le orecchie e tenendomi ferma la testa prese a scoparmi in bocca, spingendo il suo cazzo fino alle mie tonsille..sempre più freneticamente..fino a che non mi riempì bocca e gola col la sua sborra..cercai di inghiottirla temendo di sporcarmi ,mi chiese di succhiarlo a fondo poi mi tolse il cazzo di bocca e mi sparò in faccia che ero veramente una troia..brava, ma troia..mi lasciò lì mentre il primo spettatore che ci aveva seguito si faceva avanti.. sei veramente una troietta..adesso per farti perdonare di avermi lasciato come un merlo mi dai anche il culetto..se no ti sputtano davanti a tutti…… io ero ancora con il cazzetto fuori..francamente turbato, eccitato, preoccupato ed intimorito..il signore davanti a me sfoderava il cazzo duro che mi aveva tanto colpito e sembrava veramente mollto deciso..ne ebbi un po’ paura paura e lo subii..mi prese per il braccio e mi spinse dentro un gabinetto, chiuse la porta anche se c’erano tanti di quei buchi da essere come all’aperto, mentre le pareti e la porta erano coperti di inviti espliciti e per me anche arrapanti..se la cassiera non ti avesse controllato il documento ti darei molto meno anni..sei veramente una troietta..è la tua prima volta..sei vergine..dimmi la verità….. però i pompini sembri bravo a farli..io cercai di ammansirlo confermandogli esplicitamente di avere 18anni, che in effetti era la prima volta e che quello che lui aveva visto era il mio primo atto sessuale con un uomo..allora sei proprio bravo di tuo..adesso succhiami un po’ tanto per convincermi che non ce l’hai con me..io, stranamente eccitato acconsentii ma gli posi come condizione di non fare come il primo..di non spruzzarmi in gola..si mise a ridere e mentre lo imboccavo mi garantì che non mi avrebbe sborrato in gola..certamente…poi dopo una breve pompata me lo sfilò di bocca e cominciò a svestirmi..io cercavo di ribellarmi..ma lui era forte e convincente..e poi io francamente ero eccitato e come in stato di ebrezza ,si accontentò di calarmi pantaloni e mutande..mi palpò con sicurezza le natiche..mi aprì il solco e prese a titillarmi il buchetto…dio..mi vergognavo..ma mi piaceva lui se ne accorse..mi pregò di appoggiarmi inclinato a 90 gradi contro la parete con le mani e con la testa..e da un buco vidi distintamente nello stanzino a fianco due uomini seduti uno sopra l’altro sulla tazza..quello di sopra saliva e scendeva mentre il cazzo di quello di sotto entrava ed usciva dal suo culo…dai gemiti che si potevano ascoltare lui mi disse che evidentemente nel gabinetto a fianco si stavano divertendo e che presto anche noi li avremmo seguiti….poi mi spalmò un unguento fresco sul buco e dentro il culo..prima con un dito.poi con due..poi tre..io pur vergognandomi terribilmente ero sempre più eccitato..e spingevo il mio culetto contro la sua mano..dai..tesoroo..sei veramente fatto per fare la troia adesso tienti forte e non urlare..e la sua cappella si puntò contro il mio buchetto già dilatato..la strisciava avanti e indietro accennando ad un movimento circolaree spingeva sempre più verso l’interno cominciando ad entrare..intanto alternava consigli a non stringermi..a lasciarlo entrare, a cercare di aprirmi come per fare passare uno stronzo con complimenti sulla mia bellezza e sulla mia buona disponibilità..poi di colpo…sentii una verga calda bollente entrare tutta dentro..dilatarmi il culetto..e mentre il cazzo mi si induriva al massimo..lui prese a pomparmi a fondo sfruttando l’ottima lubrificazione..durò a lungo..i nostri gemiti avevano attirato l’attenzione dei vicini e di altri,la sborrata liberatoria che mi riempì il pancino di bianca lava bollente, fu accompagnata oltre che dal mio orgasmo anche da quello di altri guardoni..l’uomo mi strinse a sé convulsamente..mi baciò di colpo in bocca con tutta la lingua poi mi fece rivestire e mi propose di accompagnarmi all’uscita per evitarmi altri incontri..uscimmo assieme, due vecchi gli proposero inutilmente di non portami via con lui, ma di lasciarmi lì che anche loro volevano godersi le mie grazie.. per fortuna non ero solo, salendo le scale per uscire ci scambiammo i numeri di cell e poi passammo per l’atrio verso le porte..sentii distintamente il commento della vecchia cassiera..l’avevo detto che ti avrebbero fatta la festa…va la che c’è un altra troia in città……

La prima volta che...

Premessa : questa storia è realmente accaduta. Mia moglie è una che normalmente non beve…… ma quella volta ha bevuto…… veramente di tutto…… 
Eravamo da poco sposati io e la mia mogliettina, 21 anni carina, e un corpo notevole. 
Una bella fica!! 
Quella sera eravamo andati ad una cena con amici. 
Lei bevve qualcosa di più del normale e ce ne tornammo a casa che lei era veramente ubriaca! 
Ma non ubriaca al punto di stare male e vomitare tutto come a volte può accadere….ubriaca in modo da sparare discorsi senza senso, e da non reggersi sulle gambe. 
A fatica riuscii ad accompagnarla in camera, lei si butto sul letto e continuava a farneticare , ad occhi chiusi come se dormisse. Rideva, borbottava frasi senza senso…era veramente alticcia. 
Ovviamente per metterla a letto dovevo spogliarla!! 
Cominciai con l’operazione e…via gli stivali….via la camicetta….via la gonna, ….via il collant era rimasti ovviamente gli slip e il reggiseno!! Mentre la stavo denudando, mi resi conto che una certa eccitazione si stava impossessando di me. Pensai che in fondo non stava poi così male da doversi preoccupare, e che visto il suo stato avrei potuto approfittarne per una porcata. 
Prima di procedere mi spogliai completamente e quando mi tolsi gli slip, ne usci fuori il mio cazzo già turgido e pronto all’uso!! Tornai ad interessarmi di lei che se ne stava stesa sul letto a pancia in su, facendola roteare sotto sopra per poterle sganciare il reggiseno ( una quinta ) più agevolmente. Per fare questo montai a cavalcioni del suo fondo schiena facendo in modo di far sistemare il mio cazzo semirigido in mezzo alle sue chiappe ancora protette dagli slip. 
La mia eccitazione cresceva….stavo per toglierle anche l’ultimo indumento, e lei se ne stava beata e tranquilla, borbottando e sonnecchiando. 
Entrai con due dita sotto l’elastico dei suoi slip e iniziai a farglieli scivolare sotto il ventre e poi giù lungo le cosce. In breve ero già ai suoi piedi e visto che sono un appassionato feticista dei piedi, ricordo che non persi l’occasione per annusarli molto intensamente e per leccargli le dita. 
Le divaricai le gambe al massimo per godermi lo spettacolo, in mezzo alla peluria si aprivano le labbra della fica e allargandole le chiappe andai a farle dilatare il buco del culo. 
Mi misi a leccarglielo con abbondante saliva e mentre leccavo cercavo di penetrarla con la lingua, poi iniziai a toccarla con una mano mentre con l’ altra mi smanettavo l’uccello che era sempre più turgido e con la cappella gonfia che iniziava a bagnarsi di umori. 
Un dito….due dita e poi tre dentro il suo ano, lei mugugnava qualcosa ma acconsentiva senza reagire. Comincia a dirle frasi sconce, cosa che non avevo mai fatto prima, come: godi troia ti sto sfondando il culo,…. sei una vacca da monta…..adesso ti riempio di sperma!! La girai nuovamente sotto sopra e finalmente potei palparle le tettone e succhiarle i capezzoloni. Ero infoiato veramente per la situazione da film che si era creata. La toccavo dappertutto….v la palpavo….le infilavo le dita nella fica e nel culo contemporaneamente e inizia a sentire che era tutta bagnata di broda come una cagna in calore. 
Anch’io avevo la cappella bagnata fradicia di umori e pensai bene di fargliela ripulire infilandole il cazzo in bocca. La forzai stringendole le gote e non appena la bocca si schiuse da prima le strusciai la capella sulle labbra e poi penetrai con forza dentro la sua bocca e spinsi a fondo la cappella. 
Ero padrone del suo corpo….la usavo come una puttana e mi preparavo a scaricarle in bocca una bella dose di sperma! Prima però pensai di divertirmi a penetrarla in tutti i buchi, e girandola su un fianco me la posizionai in maniera da poter accedere facilmente alla sua fica e al suo culo. 
Stava sbrodolando come una scrofa dalla fica tanto che andavo a bagnarmi la cappella in mezzo alle labbra della sua fregna, e con quella broda andavo a lubrificarle il buco del culo. Una volta, due volte e poi decisi che era il momento di sfondarle il buco del culo. 
Si….come si dice…l’occasione fa l’uomo ladro!! Lei era sempre stata contraria a farsi penetrare analmente, d’altronde la capivo….era ancora giovane!!! Certe cose le fanno più normalmente le donne mature…quelle di una certa età che ormai sono esperte troie!! 
Ma questa occasione non la potevo perdere!! 
Inizia a spingere la mia cappella turgida in mezzo a quella rosellina facendola dilatare sempre più. 
Lei gemeva……non so se per il godimento o per il dolore!! Io stavo entrando con la mia cappella dentro il suo culo!! Spingevo lentamente e nel contempo le toccavo la fica. Era bagnata fradicia! Mi convinsi che stava godendo come una maiala!! La mia spinta aumento, ero tutto dentro!! 
Guardai con soddisfazione la scena…..il mio cazzo era tutto piantato dentro al suo culo. 
L’avevo sodomizzata!! Lo tirai fuori lentamente e decisi di passare alla sua fica. 
Era in un lago di broda! 
Penetrai con estrema facilità e godimento il mio cazzo dentro la sua fica e iniziai a montarla come una vacca. Lei era li,… passiva,… rilassata,…. a disposizione delle mie fantasie erotiche sessuali. Di nuovo qualche colpo profondo nel culo e poi una ripassata alla fica , poi di nuovo il culo e poi ancora la fica e così via…..lei stava godendo, cominciava a partecipare all’azione, sentiva che la stavo usando e in fondo penso che godeva proprio perché poteva liberamente sentirsi una puttana !! Che godimento…comincia a realizzare che finalmente potevo fare quello che più desideravo e che ancora la troia non mi aveva concesso: riempirle la bocca con una abbondante sborrata!! Mi portai con il cazzo vicino alla sua bocca, le dissi: leccami troia, leccami la cappella e fammi sborrare! Lei era in grado di capirmi e certamente come ho già detto prima, era consapevole che me la stavo usando come una puttana. 
Inizio a far girare la sua lingua intorno alla cappella, io mi stavo lentamente masturbando in modo da cogliere il momento migliore per inondarla e……..adesso…..adesso era il momento buono!! Pompami troia…….bevi puttana, bevi la mia sborra!! E schizzavo….e leccava , ciucciava la cappella, e io schizzavo sperma a fiotti e lei slinguava e si impiastrava tutte le labbra. Adesso con la cappella le spargevo la sborra su tutta la faccia e poi sulle tette, e il mio cazzo si stava lentamente sgonfiando. 
Che goduria….quella scrofa di mia moglie aveva mangiato la mia sborra!! Che bella esperienza!! Avevo trattato la mia mogliettina come la più grande troia!! Con delle salviettine le ripulii la faccia dalla sperma , le infilai il suo pigiamino, le feci bere una tisana, e si addormentò beata. Il giorno dopo io mi svegliai ancora eccitato e con una vigorosa erezione. 
Lei mi disse che aveva un cerchio alla testa e che non ricordava cosa fosse accaduto la sera prima. 
Io le dissi che aveva bevuto un po’ troppo e che l’avevo aiutata io a indossare il pigiama e a metterla a letto. Lei disse….dormo ancora un po’!!! 

Il pene nei sogni

Vedere il proprio pene nei sogni tuttavia induce inevitabilmente il sognatore a ripensare al suo "essere "maschio", e di conseguenza lo pone in contatto con tutti gli aspetti di vulnerabilità che queste riflessioni accendono.

pene sogni priapo
Il pene, o fallo è l’ organo sessuale riproduttore dell’uomo e compare nei sogni come simbolo della potenza virile, della possibilità di generare, di influire attivamente sulle situazioni, di provocare un cambiamento positivo.
E’ la rappresentazione essenziale dell’archetipo del maschile e come tale assunto e venerato in ogni cultura e religione come generatore di vita, di abbondanza e di unione. Si pensi all’enorme fallo del dio Priapo, simbolo di generatività, ricchezza e vita. Si pensi ai menhir, alle colonne, agli innumerevoli simboli fallici che compaiono nei miti e nelle leggende e che costellano l’inconscio collettivo. Il valore dell’Uno primordiale, il potere vitale del sole sono concentrati nel fallo.
Nella struttura fisica maschile il pene si colloca in una posizione centrale, che pare raccogliere e concentrare le direzioni tracciate da gambe, braccia, spina dorsale etesta, il cervello considerato anticamente la fonte in cui il seme ha origine. Il pene era così il 7° membro, e nella sua funzione naturale, si univa al 8° membro della vagina allo scopo di trasmettere il seme. I
l pene o fallo nei sogni non va quindi considerato solo per il suo ruolo sessuale o erotico, ma per il suo più profondo significato di “coniunctio oppositorum”. Attraverso ilpene i due poli opposti di maschile e femminile possono ricongiungersi, creare la vita e simbolicamente generare il mondo. Il pene eretto nei sogni esprime, nella sua forza iconica, un potente incoraggiamento all’azione: le qualità che il maschile incarna vi appaiono concentrate ed esaltate: attività, movimento, decisione, coraggio, responsabilità, che in aspetto negativo possono virare in aggressività, sopraffazione, orgoglio e violenza.
Vedere il proprio pene nei sogni tuttavia induce inevitabilmente il sognatore a ripensare al suo “essere “maschio“, e di conseguenza lo pone in contatto con tutti gli aspetti di vulnerabilità che queste riflessioni accendono. Perchè il pene per l’uomo è pur sempre un apparato sessuale oggetto di orgoglio e di competizione, fonte di piacere, specchio di una propria “validità” maschile.
Così il proprio pene più grande del normale nei sogni, può apparire sia comecompensazione che riflette i timori del sognatore riguardo alle dimensioni reali del proprio organo sessuale, sia come una grossa spinta all’azione e a modalità tipicamente maschili.
Vedere il pene rilassato può suggerire, a seconda del contesto più o meno erotico in cui compare, il timore di non essere abbastanza “potenti” dal punto di vista sessuale o sociale, timore di non essere “svegli- in gamba- funzionali” alla situazione, ed è spesso da collegarsi a mancanza di vitalità fisica, oppure a paura e tristezza.
Mentre un pene piccolo, più piccolo del normale, può riflettere le ansie del sognatore rispetto alle sue prestazioni erotiche e rispetto all’efficienza del suo fallo, ma può anche rispecchiare le proprie modalità di azione: limitate iniziative, piccoli contributi, egoismo e tirchieria.
Se il pene compare nei sogni di una donna come attributo del suo partner, può collegarsi a desiderio sessuale o desiderio di unione intima anche spirituale, se isolato e non riconducibile ad una persona da lei conosciuta, come per l’uomo. incarna tutte le qualità del maschile interiore che forse possono essere di supporto nella sua realtà. Se il pene nei sogni appartiene a lei, deve riflettere su caratteristiche di aggressività e prepotenza o su qualità tipicamente maschili che forse stanno sovrastando la sua femminilità.

Meglio tardi che mai...


Ci eravamo persi di vista e ritrovati più e più volte nel corso della nostra vita ma non avevamo mai lasciato che i rapporti di amicizia si affievolissero al punto da spegnersi del tutto.
Vivendo in una piccola cittadina di provincia prima o poi capitava sempre di rivedersi e di scambiare piacevolmente quattro chiacchiere e questo contribuiva a manter viva la simpatia reciproca.
Compagni di scuola alle medie inferiori io e Rossella eravamo stati cresciuti con i medesimi valori di un tempo che oggi forse appaiono un pò sorpassati ma questo aveva se possibile cementato il nostro legame.
Talvolta ricordo ancora con piacere i pomeriggi passati nella sua cantina a studiare ed a preparare insieme delle ricerche sorvegliati a distanza dall'occhio attento della madre intenta a stirare; rammento le mie occhiate fugaci a quei seni che ormai iniziavano a crescere ed a premere contro la lana leggera del golfino e quella sensazione di calore che mi prendeva tra le cosce e che mi faceva sussultare costringendomi spesso a cambiare posizione sulla sedia.
Lei, Rossella, probabilmente nemmeno ci pensava ma io avvertivo già imperiose le prime erezioni a cui poi davo sfogo liberatorio quando, solo in casa, mi trastullavo pensando a come potessero essere calde e sode quelle tette e che piacere sarebbe stato il poterle mordicchiare e leccare....
Ah le prime masturbazioni legate a lei non si possono scordare ed è anche per questo che Rossella occupa un posto di primo piano tra le donne della mia vita.
Ora, da poco passati i quarant'anni molte cose ovviamente sono cambiate ma non l'affetto reciproco che ci lega senonchè il sottoscritto, nel frattempo, ha sviluppato ulteriormente la propria lussuria e non ha smesso di fantasticare, di tanto in tanto, su quel corpo che, nonostante abbia iniziato a "cedere" mostrando qualche imperfezione, ha se possibile aumentato la sua carica erotica stimolando fantasie sempre più viziose.
Normalmente prediligo le donne esili, con la vita da vespa, il ventre piatto e le gambe lunghe... il genere "troiette della tv" per intenderci tutte "cosce a vista" e porcaggine esibita senza pudore.... Tuttavia Rossella costituiva per me una sorta di attrazione continua come un fuoco mai del tutto estinto che vivacchia sotto la cenere in attesa di divampare più violento e caldo che mai.
La maternità (aveva un figlio di dieci anni) le aveva portato in dono fianchi un poco più larghi e il suo magnifico seno si era appesantito così come il sedere non avrebbe potuto reggere il confronto con la "carne fresca" di una ventenne eppure tutto questo contribuiva a renderla ai miei occhi ancora più desiderabile ed appetitosa.
Decine di films porno nei quali le "maialone mature" americane davano sfoggio di una porcaggine e di una esperienza a letto spesso sconosciute alle ragazze più giovani avevano fatto sì che sviluppassi, in questo periodo della mia vita, una particolare predilezione verso le bellezze "mature" le calde porcone dai fianchi non proprio da modella ma che immaginavo calde come l'inferno a letto e disposte a qualsiasi porcata pur di infilarsi in fregna un cazzone duro e resistente.
Spesso mi scoprivo a masturbarmi pensando proprio a Rossella con la quale, durante i nostri dialoghi (molti dei quali al telefono) mi aveva lasciato intendere come la sua vita sessuale non fosse poi caratterizzata da fuochi d'artificio.
Il marito, un operaio di vedute limitate, non pareva più bruciare di passione per lei e questo mi dava l'opportunità di far emergere il mio lato più perverso e subdolo ovvero quello del viscido finto amico di famiglia pronto a farsi trovare al posto giusto al momento giusto.
La depravazione insita in questo mio ruolo falso e vigliacco anzichè farmi vergognare contribuiva ad aumentare la libidine ed il desiderio che provavo per lei sino a farlo divenire un'autentica ossessione.
Non di rado, al termine della mia giornata di lavoro, passavo a trovarla badando bene a far coincidere le mie visite con i turni in fabbrica del marito in modo da trovarmi solo con lei....
Il fatto di conoscersi praticamente da sempre mi agevolava non poco infatti lei mi accoglieva in casa sempre con grande piacere e totalmente priva di quelle barriere di diffidenza che normalmente caratterizzano una donna sola dinnanzi ad un uomo che non sia il marito.
D'estate poi la mia viziosa libido travava la massima gratiicazione in quanto Rossella, vedendomi solo come un caro amico, mi riceveva spesso (essendo le mie visite del tutto inaspettate) con indosso ben pochi veli a celare le proprie forme tondeggianti ma mai veramente grasse..... era una donna piacevole e con molto materiale da tastare se capite cosa intendo.....
Un giorno andai pericolosamente vicino ad esplodere in un orgasmo spontaneo quando mi venne ad aprire affacciandosi all'uscio di casa con addosso soltanto un leggerissimo prendisole azzurro che pareva fatto di tulle tanto era trasparente.
Ovviamente lei, tutta candida ed innocente, mi fece entrare con un grande sorriso (e non immaginate il mio eh eh eh) e precedendomi sulle scale mi permise di godermi la vista delle sue cosce sotto la corta e leggera gonna del prendisole in pezzo unico nonchè il profilo dello slip intorno al suo bel culone sodo e ondeggiante.
Tuttavia il piacere voyeuristico era destinato a giungere vette altissime quel tardo pomeriggio infatti la "porcona" (come amo definarla nella mia mente perversa) era stata sorpresa da me nell'atto di stirare e quindi la stoffa leggera aderiva ancora di più al suo corpo sudato facendomi impennare il cazzo già durissimo nei pantaloni.
La "maiala" (ormai consideravo Rossella come un pezzo di carne altro che amica e questo mi faceva sentire davvero un viscido porco) non indossava reggiseno essendo sola in casa e non aspettandosi certo una mia visita e i suoi bei capezzoloni premevano contro la stoffa azzurra inoltre il fresco del marmo della rampa delle scale li aveva resi immediatamente turgidi con risultati assolutamente eccitanti per i miei occhi.
La osservai terminare di stirare senza nemmeno capire cosa stesse raccontandomi ma limitandomi ad annuire con la testa fingendo un interesse che era lontano mille miglia dalle sue parole.
Peraltro non mi perdevo un solo singolo movimento... Quando si chinava per prendere una camicia da stirare sulla sedia sbavavo letteralmente vedendo la leggerissima gonna aderire allo slip e in pratica mostrarmi la visione del suo culo praticamente esposto.... Feci uno sforzo immane per resistere al desiderio di palpare quel mappamondo o peggio, per ingropparmela lì sul momento......
Quando poi mi invitò in sala per concedersi la meritata pausa e mi offrì una bibita fresca ebbi una seconda e più violenta erezione e davvero mancò pochissimo che non me la violentassi lì sul tappeto.
Si era seduta sulla porltrona dinnanzi a me e quasi che io non esistessi non si era minimamente curata del fatto che la gonna, già corta, le fosse risalita lungo quelle splendide coscione e che, per effetto di ciò, mi stesse offrendo scorci tremendamente invitanti delle sue bianche mutandine.
Inoltre la "troiona" (più pensavo a lei in quei termini mentre in realtà mi mostravo gentile e amichevole e più mi eccitavo come un lurido porco) accavallava spesso le gambe ed io che sono uno schifoso feticista non potevo non ammirare anche i suoi deliziosi piedini con le unghie smaltate di rosso vermiglio, l'anellino d' argento al dito del piede e la cavigliera d'oro.
Essì l'avrei violentata con gusto e probabilmente fù proprio in quell'occasione che maturai la decisione che ormai era giunto il tempo di farmela... con vent'anni di ritardo forse sulla tabella di marcia ma si sà, le cose più desiderate sono anche quelle che, una volta ottenute, danno il maggior godimento.
Rossella parlava, parlava, era sempre stata logorroica... intelligente certo ma la sua vita di casalinga probabilmente le impediva di coltivare molte relazioni sociali e quando questo avveniva, come nel mio caso, allora si lasciava andare a discorsi fiume che abbracciavano qualsiasi argomento.
Io la lasciavo fare anche perchè, più si accalorava e meno, travolta dalla propria enfasi, notava i miei sguardi lascivi indirizzati ora verso il suo stacco di cosce, ora a cercare la visione delle mutandine, oppure i capezzoloni turgidi o ancora i piedini nudi e provocanti.
Sì me la sarei scopata e di gusto anche.
Mi ridestai da quel piacevolissimo sogno erotico quando Rossella prese a parlarmi del problema che l'affliggeva quella settimana ovvero quello di fare spazio in cantina e spostare alcuni mobili che intendeva poi cedere al rigattiere in attesa di creare poi una più moderna tavernetta.
Dopo essersi lamentata del fatto che il marito fosse un pelandrone aggiunse però, a sua parziale discolpa, che aveva dei problemi con la schiena dovuti ad uno strappo muscolare rimediato sul lavoro e che quindi non avrebbe potuto esserle d'aiuto in alcun caso.
Come una faina ritrovatasi in un pollaio incustodito io intaravidi una chanche, l'occasione ghiotta per potermi avventare su quel corpo che ora mi attraeva quanto e più della stessa Canalis... potere di una fantasia erotica mai consumata negli anni ed ora giunta al culmine.
Volevo quel corpo sudato, quelle tettone possenti, quelle coscione che attendevano solo che le mie mani le divaricassero per infilare il mio cazzone in quella fregna che sognavo bollente e famelica......
Mostrando un'innocenza più falsa dei soldi del monopoli lanciai con noncuranza la mia candidatura per aiutarla in quel faticoso lavoro....
più mi mostravo umile e desideroso di rendermi utile e più la mia erezione aumentava; non provavo la minima vergogna a prendermi gioco di lei anzi.... MI rendevo conto di essere un viscido profittatore e questo stimolava ancora di più il mio uccello.
Mi ripromisi di resistere sino a casa ma poi sapevo già con certezza che avrei sborrato come un idrante dedicoldole ogni goccia del mio seme in una seduta di masturbazione infuocata.
Rossella non poteva certo immaginare il "Lato Oscuro" del mio carattere anche perchè sò essere un ottimo commediante e così, dal momento che un aiuto in effetti le serviva eccome, finì con l'accettare.
Inutile dire che il marito quel giorno sarebbe stato al lavoro e che oltretutto (mica male quando anche la fortuna ti dà una mano) avrebbe dovuto anche coprire un doppio turno vista una serie di assenze di personale qualificato per malattia......
Tutto cospirava a mio favore ed IO sapevo con certezza che quel sabato il mio uccellone avrebbe 
trovato rapidamente conforto nella calda fregna della maialona... avrei risvegliato in lei un fuoco che forse non pensava più di covare...... l'avrei fatta bagnare e l'avrei resa una vera manza da letto......
Cosa accadee quel sabato?????
Seguitemi alla prossima puntata........La pazienza viene ricompensata ... ( e con gli interessi ).
Attesi con trepidazione che arrivasse il sabato fatidico. Credo nei segni del Destino e la testimonianza di ciò mi giunse per bocca della stessa Rossella quando mi telefonò il venerdì sera per chiedermi se fossi stato ancora disponibile ad aiutarla...
"Che domande... ma certo che sì ! " Se avesse potuto vedere l'espressione lasciva del mio viso in quell'istante forse non ne sarebbe stata così lieta. La telefonata si concluse con il famoso "segno" a cui facevo riferimento ossia la mia cara amica mi comunicò che il figlio era appena partito con la nonna per trascorrere una settimana al mare e quindi, con il marito impegnato al lavoro, un rapido calcolo mi fece capire come mi fosse stato lasciato campo libero per sfogare la mia ormai incontenibile voglia repressa.
Saremmo stati soli in casa per l'intera giornata... il mio cazzo dava segni d'inquietudine al solo pensiero... avrei potuto godermela con tutta calma e darle una ripassata degna di questo nome; nessuno ci avrebbe disturbati.
La notte precedente il fatidico incontro non posso certo dire che dormii come un bambino anzi..... il sonno fù agitato e la mia mente venne trascinata in un vortice di pensieri e fantasie talmente viziose che avrebbero fatto impallidire anche il più accanito spettatore di films porno. Confesso che mi stupii di non aver ceduto alla tentazione di sfogare il mio desiderio, che si faceva ogni istante più impellente, masturbandomi sguaiatamente ma mi ero ripromesso di non farlo......
Da una settimana evitavo accuratamente di lasciarmi andare all'autoerotismo e si può dire che ero giunto ormai al limite estremo di sopportazione, ero "carico" come non mai e sapevo che sarei esploso se non mi fossi sfogato per bene.
Volutamente non mi ero masturbato perchè avevo in mente di concedermi almeno una "tripletta" con la bella maialona e sapevo che la riserva che stavo accumulando nei miei testicoli gonfi non mi avrebbe tradito.
Intendevo passare sul suo corpo (e dentro di lei in special modo) come un tornado che alla fine la lasciasse sfinita, svuotata di energie ma totalmente appagata; del resto se, come immaginavo, si fosse concessa a me, sapevo che una volta abbattuta la barriera della moralità nella sua mente Rossella si sarebbe tramutata in una diga a cui avessero ceduto gli argini....... anni di monotono ménage coniugale avevano probabilmente spento in lei la fiamma della passione ma, una volta che l'avessi ridestata, sarebbe tornata ad ardere con gli interessi.
La mattina del sabato fù un autentica tortura, il tempo pareva non voler passare mai, i minuti trascorrevano lenti come ore ma sapevo che avrei dovuto pazientare. Alle quattordici il marito avrebbe iniziato il turno di lavoro e a quell'ora anch'io mi sarei "messo all'opera".
Lasciai passare altri quindici minuti rispetto all'ora convenuta quindi, con indosso i pantaloni di una vecchia tuta ed una t-shirt che fasciava il mio fisico ancora in ottime condizioni, mi diressi all'appuntamento.
Il cazzo nei pantaloni mi tirava già come un ossesso, avevo evitato di indossare i boxer perchè volevo essere immediatamente pronto ed efficiente e non m'importava nulla se lei se ne fosse accorta, anzi meglio così si sarebbe scaldata prima.
Rossella mi accolse con il solito sorriso radioso. Indossava una semplice maglietta bianca ed un paio di aderenti pantacollant neri che le arrivavano poco sotto il ginocchio, completava il tutto un paio di infradito che lasciavano in bella mostra i suoi deliziosi piedini le cui unghie quel giorno erano smaltate in un violetto decisamente sexy.
Iniziammo a spostare vecchi mobili trascinandoli quà e là per la cantina sino a trasportarli fuori in cortile da dove poi avremmo finito per accatastarli in un garage precedentemente svuotato.
In teoria ero già pronto per la monta ma da un lato mi ero imposto di attendere per portare al limite estremo la mia voglia di lei eccitandomi a dismisura come un porco in calore e dall'altro mi arrapava al massimo l'idea di trasformarci entrambi in maiali con la polvere della cantina che iniziava ad incollarsi ai nostri volti, alle braccia, alle mani rendendoci "sporchi" .
La giornata di metà giugno era particolarmente calda ed a rendere quasi insopportabile l'afa ci si metteva ovviamente lo sforzo fisico notevole richiesto dallo spostare pesanti armadi in rovere, un vecchio congelatore che, anche svuolato, doveva pesare quanto il debito pubblico italiano, cassettiere e cianfrusagli varie il cui trasporto a braccia faceva aumentare la nostra fatica sempre un poco di più.
Il sudore scorreva ormai copioso sui nostri volti ed io lanciavo occhiate di puro ed assoluto desiderio verso Rossella, ammiravo le goccie di sudore che colavano nello scollo a V della sua maglietta ormai chiazzata e sporca di polvere grigia.
L'idea di quelle goccie che colvano tra i suoi imponenti mammelloni mi arrapava e strusciavo il mio cazzone ormai durissimo contro l'anta di un armadio tanto lei, dall'altra parte non avrebbe mai potuto notarlo.
Dissimulavo quel mio estemporaneo tentativo di masturbazione a pochi passi da lei camuffandolo con i tentativi di migliorare la presa su quel pesante mobile e intanto sbavavo notando come anche i suoi capezzoloni avessero ormai aderito alla leggera stoffa della t-shirt rendendo perfettamente l'effetto "maglietta bagnata".
Ormai ero pronto.
Avevo da un pezzo oltrepassato il limite di umana resistenza e vederla sporca, sudata, impolverata mi faceva letteralmente tirare il cazzo..... l'avrei violentanta lì e ora su quel pavimento di cemento sporco di polvere della cantina. Sò che l'avrei fatto !
Il tempo di posare quel maledetto armadio e mi sarei scaraventato addosso a quella manza senza alcun ritegno. Ormai era giunto il momento dell'azione.
Rossella mi voltò le spalle ed inarcò la schiena per massaggiarsi le reni indolenzite ed io avevo già la mano sul cazzone ormai dritto quanto l'asta di una bandiera e mi accingevo a saltarle addosso da dietro quando accadde un fatto che mi convinse ad attendere ancora qualche minuto.
Alzando la testa infatti la mia "dolce amica" aveva notato un paio di casse di un vecchio stereo sul ripiano più alto di un grande armadio a muro e prima che potessi avventarmi su di lei ecco che si liberò delle infradito e balzò su di una poltrona per raggiungere l'altezza desiderata.
Intendeva staccare le casse e verificare se fossero ancora utilizzabili o meno ma per farlo doveva poter essere llbera di armeggiare con entrambe le braccia e quindi intravidi immediatamente un'ottima quanto insperata opportunità.
Essendo pericolosamente in equilibrio precario con entrambi i piedini nudi sui braccioli della poltrona peraltro basculante per via di un piede probabilmente mangiato dalle tarme, Rossella rischiava di cadere e così mi offrii (che gentiluomo eh eh eh) di tenerla per i fianchi per assicurarmi che non facesse un volo all'indietro.
Il gesto era assolutamente logico ed innocente e infatti lei non ebbe nulla da ridire tanto che conintuò a parlare come se avesse ingoiato la radio raccontandomi qualcosa a proposito della storia di quello stereo.
Dietro e sotto di lei le sue parole mi arivavano lontane e prive di significato, se anche mi avesse parlato di un tesoro sepolto in giardino non le avrei prestato la minima attenzione.
I miei occhi erano come ipnotizzati da quel magnifico culone, non grasso come ho detto ma "pastoso" dove qualunque maschio avrebbe affondato con gioia le mani prima ed il viso poi.
Muovendosi sui braccioli Rossella alternava il peso del corpo ora su una gamba ora sull'altra con evidenti e provocanti ripercussioni sulle sue natiche che i alzavano e abbassavano a pochi cm dal mio volto.
Naturalmente non rimasi con le mani in mano (è proprio il caso di dirlo) e lentamente, quasi impercettibilmente scesi lungo i fianchi pronto ad afferrare saldamente il suo arrapante fondoschiena.
Avevo notato come la poltrona non poggiasse saldamente per via del piede rovinato dalle tarme e giocai con astuzia la mia carta infatti tastando con la punta della scarpa mi accorsi come un piccolo colpo avrebbe fatto saltar via il piede provocando certamente un repentino squilibrio nella distribuzione dei pesi con la conseguente certa caduta di Rossella SE........ SE non ci fossi stato io a impedirlo accogliendola tra le mia amorose braccia beninteso.
Attesi con la pazienza del tiratore di precisione e quando lei si sporse al limite delle sue possibilità per liberare i cavi delle casse sistemati dietro di esse diedi un colpetto al piede che si staccò con un rumore secco di legno marcio.
Tutto andò esattamente come previsto e la mia preda mi finì letteralmente in braccio.
Nell'afferrarla la mia mano destra si posò rapace sulla sua chiappona e fù come se un circuito elettrico si fosse aperto trasferendo una scossa dalla sua natica, attraverso il mio braccio, sino al cazzo che rispose con un'erezione tale che avvertii chiaramente che la cappella ormai era fuoriuscita dal bordo elastico dei pantaloni della tuta.
Ancora scossa dallo spavento corso (tutto si era svolto nel breve volgere di una frazione di secondo) la dolce Rossella non si rese immediatamente conto di quanto stesse succedendo.
Con la rapidità di un Ninja e con la foia che ormai guidava i miei pensieri e le mie azioni passai decisamente all'offensiva.
Ormai posso tranquillamente dire che non avevo più nulla di umano, mi stavo lasciando guidare unicamente dai più bassi istinti bestiali e le fitte dolorose che mi giungevano dai testicoli mi facevano capire come, da quel momento, il cazzo fosse passato ai comandi principali ed io navigassi in pratica con il pilota automatico.
Fingendo a mia volta di perdere l'equilibrio indietreggiai sino a rotolare sul pavimento di cemento della cantina, sporco e impolverato ma badando bene a fare in modo che la mia ambita preda non si facesse male. Si trattò di una "caduta assistita" e terminò con lei che a fatica si teneva prona, carponi dinnanzi al mio viso estasiato, ancora intenta a raccapezzarsi circa l'accaduto.
La vista delle piante dei suoi piedini nudi impolverati, del suo culone provocante davanti a me mi fece perdere anche l'ultimo barlume di ragione e la lurida bestia in calore che covava in me da oltre una settimana balzò fuori con tutta la prepotenza di una mandria che abbatte un recinto e si disperde al galoppo travolgendo tutto e tutti indistintamente.
Le artigliai i bordi dei pantacollant e con forza glieli calai a mezza coscia.
Immediatamente l'afrore muschiato della sua ficona sudata mi giunse alle narici facendomi fremere di foia ormai inconttrollata. Tremavo come in preda alle convulsioni e non mi trattenni oltre.
Prima che potesse anche solo riaversi dalla sorpresa le afferrari le chiappone e le divaricai gettandomi al contempo in avanti dove iniziai a slapparle il taglio della fica con la mia lingua tremendamente eccitata.
Non potevo scorgere il suo viso ma immagino che la sorpresa e l'estrema rapidità di quanto stava avvenendo avesse pietrificato il volto di Rossella in una maschera di assoluto stupore.
Sapevo di avere i secondi contati.
Affinchè una donna liberi la troiaggine che nasconde in sè occorre che venga scaldata a dovere ma in casi come quello dove ci si gioca tutto sull'elemento sorpresa è fondamentale agire in fretta e bene..... i secondi sono cruciali.
Sebbene fossi infoiato a bestia conservavo la lucidità necessaria per procedere con il giusto ordine.
Esattamente come giocatore di scacchi esperto predispone con accuratezza i suoi pezzi sulla scacchiera prima di lanciarli nell'attacco finale, allo stesso modo sapevo per esperienza che le cose dovevano seguire una scaletta precisa..
Presi a leccare con foga il suo ficone caldo dandole slappate lunghe e profonde, alternandole a rapidi colpetti in punta di lingua sul clitoride per inturgidirlo al massimo nel poco tempo a disposizione. Picchiettavo la lingua sul bottoncino e poi leccavo le grandi labbra sporgenti mentre con le mani le tenevo saldamente divaricate le chiappe.
Prima che potesse anche solo abbozzare una difesa, o protestare, avevo già "occupato tutti i punti strategici" infilando la lingua nella sua spacca per poi estrarla rapidamente e fare delle veloci puntatine anche sulla sua rosellina.
Non intendevo darle alcun punto di riferimento. Sapevo che dovevo alternare i colpi di lingua e le leccate profonde su tutta la sua fica e sul buchetto per scaldarla il più possibile.
Avvertivo in lei i tentativi di un'estrema difesa dell'onore violato ma anche i primi segnali di cedimento: il respiro affannato, una voce che tardava a uscirle dalla bocca ed un movimento in avanti per cercare di sottrarre il suo magnifico culo alle leccate un pò troppo timido e non molto convinto.
Sopresa e rapidità erano le mie armi e lei stava cedendo lo sentivo chiaramente.
Fece per divincolarsi ma più quasi per mettersi al riparo con la propria coscienza che per un vero tentativo convinto. In ogni caso con i pantacollant e le mutandine bianche calate a mezza coscia si trovò ostacolata nei movimenti inoltre le mani e gli avambracci lucidi di sudore non l'aiutavano certo a fuggire gattoni facendola anzi scivolare sul pavimento della cantina.
Io poi da maiale perverso avevo aumentato il ritmo delle leccate, la slappavo con una foia tale che ormai il mio desiderio si era trasmesso in lei come un virus.
Rossella riuscì finalmente ad aprire la bocca che aveva tenuto serrata sino a quel momento per mugolare un poco convinto:
_ Nooooo ... Ohhhhh .... Bastaaaa... Ma che.... che fai? Noooo hhhhhhhhh._
Sapevo che si stava consumando l'ultimo atto della sua resistenza.
Erano gli ultimi tentativi di una cavalla di sbalzare di sella il proprio domatore ma erano fatti in modo sempre più debole ed il loro scopo era unicamente quello di salvare la facciata.......
Stavo vincendo !
"Cedi piccola. Ormai sei allo stremo abbandonati non resistermi! " Pensavo tra me e me moltiplicando se possibile ancora di più il ritmo frenetico delle mie leccate intorno alle grandi labbra, mordicchiando il clitoride che, esattamente come il cazzo in uomo, se ne infischia della morale e delle apparenze ed era diventato turgido e duro. Infilai la lingua ancora una volta all'interno della sua spacca: l'odore muschiato misto al sudore mi colpì inebriandomi e sulla punta della lingua colsi finalmente il segnale inequivocabile che la lotta fosse ormai giunta all'epilogo...... Si stava bagnando da quella cavalla che era ! Continuai a frullare la lingua.
Presto sarebbe stata totalmente mia e avrei potuto farle di tutto dando libero sfogo alle mie più viziose depravazioni.

Ad un tratto mi accorsi di come il suo corpo fosse attraversato da una serie di profondi brividi. Avvertii distintamente delle contrazioni frenetiche della vulva ed il colare sulle mie labbra di un miele caldo e denso.
La porcona aveva avuto un orgasmo !
Certo era avvenuto tutto molto in fretta, le era sfuggito più per ingordigia e forse eccessiva astinenza che per vera e propria necessità tuttavia l'effetto era inequivocabile ed i suoi tiepidi umori si riversarono nella mia bocca avida.
Presi a ripulirle le labbra con la dovizia e la pazienza di un monaco amanuense e la cosa le provocò altri contorcimenti.
Aveva resistito stringendo i denti per non darmi la soddisfaszione di urlare il proprio piacere o forse per la vergogna di aver cessato ogni resistenza ma non me ne importava nulla. Ciò che contava in quel momento era il fatto che ormai la breccia fosse stata aperta e da lì in avanti tutto sarebbe stato più facile.
Voleva salvaguardare le apparenze? Fingere che il corpo l'avesse tradita mentre con la mente fosse rimasta ancora fedele al marito? Affari suoi per me contava unicamente il piacere vizioso della carne quanto alla sua anima sarei stato ben lieto di lasciarla cullare nelle sue convinzioni.
L'orgasmo, violento e certamente inatteso, l'aveva lasciata quasi spossata e sicuramente anche la fatica di resistermi avevano fiaccato di molto le sue forze cosicchè non mi fù difficile approfittare della situazione per guadagnare cm preziosi.
Le calai e sfilai definitivamente pantacollant e mutandine mettendo completamente a nudo il suo bel culone appetitoso. Come detto non era affatto grasso o rovinato dalla cellulite, semplicemente non era secco secco ma, al contrario, avrebbe fatto la gioia di tutti quei maschi che come me amano pastrugnare culi e tettone affondandovi le mani con bramosia.
Mi feci sotto e dopo essermi sfilato i pantaloni della tuta a mia volta presi a strofinare la mia verga ormai durissima lungo il taglio della sua ficona.
Con la guancia appoggiata al pavimento della cantina Rossella mugolò appena qualcosa di incomprensibile avvertendo la cappella gonfia strusciarsi contro la sua spacca.
Non intendevo penetrarla... non ancora. Miravo piuttosto a farle sentire in modo convincente quanto fosse "grande e consistente" il desiderio e l'interesse che provavo per lei.
Strofinai a lungo il cazzone contro le grandi labbra e poi picchiettando il suo clitoride con la mia cappella gonfia dopodichè lo passai sulle sue chiappone e tra le cosce nude e calde. Il contatto con la sua pelle mi trasmetteva scariche elettriche di pura perversione, finalmente l'avevo lì nuda alla mia totale mercè.
Vinta, spossata, forse intimorita e vergognosa Rossella non reagiva e questo mi permise di mollare la presa dalle sue natiche per poter quindi risalire lungo i fianchi sino alle sue magnifiche tettone.
Il segreto come detto è quello di non dar mai tregua ad una donna specie se all'inizio non totalmente consenziente come nel suo caso. Sapevo che stimolando in continuazione le diverse zone erogene del suo corpo l'avrei mantenuta in uno stato di piacevole benessere e l'orgasmo che le era sfuggito poco prima ne era la prova.
Ogni donna ama, dopo una bella ed approfondita esplorazione vaginale con la lingua, essere palpeggiata a lungo sulle tette, a loro piace che i capezzoli vengano stimolati, leccati, succhiati e mordicchiati dai maschi in quanto questo trattamento le fà sentire sempre più troie, le scalda alla giusta temperatura e le invoglia a fare (ed a farsi fare) le cose più perverse.
Rossella non era diversa da altre donne con cui ero stato. Se anche aveva fatto la preziosa ora non era altro che un corpo caldo desideroso di attenzioni e smanioso di provare piacere ed io gliene avrei donato a piene mani ( e non solo).
AAAHH Che goduria pazzesca trastullarmi con quei mammelloni su cui avevo tanto fantasticato! Le mungevo quelle tettone da vacca dopo averle tirato sù la t-shirt (la porca non portava il reggiseno) ed avvertivo i suoi grandi capezzoli farsi sempre più duri ogni istante che passava.
Tutto in Rossella era grande (ma non grasso) e le sue tettone con quei capezzoli scuri e dritti erano in linea con il resto del personaggio.
Le munsi le tette mentre lei cercava disperatamente di rimettersi in ordine per cercare di darsi un barlume di contegno e recuperare la rispettabilità perduta.
Fù tutto inutile.
Il peso del mio corpo sopra di lei le impediva di rimettersi a sedere e, stesa sul fianco destro si trovava inerme ed incapace di staccarsi di dosso le mie braccia che la cingevano ovunque quasi avessi dieci tentacoli.
Nel momento in cui, con estrema fatica, le riusciva di staccare le mie dita dal suo seno ecco che la mano correva rapidissima a carezzarle la patacca umida ed un paio di dita le frugavano la vulva. Insomma era sotto un vero e proprio attacco concentrico ed alla fine si rassegnò comprendendo che non ce l'avrebbe mai fatta a divincolarsi da me (e neppure ci provò con estrema convinzione).
Anche le sue parole non assunsero mai i toni indignati di chi è sottoposto a una violenza sgradita. Mugolava pietosamente di smetterla ma non avrebbe convinto nessuno tantomeno me che ormai mi lasciavo guidare unicamente dalle fitte che mi giungevano dall'inguine ed avevo da tempo staccato il cervello.

Come in una partita di Risiko (me enormemente più eccitante devo confessarlo) dopo aver piantato le mie bandierine un pò ovunque ero ormai pronto all'attacco decisivo alla roccaforte nemica.
Cinsi la vita di Rossella con le mie braccia e la sollevai a peso morto senza che opponesse alcuna resistenza.
Le leccate di fica, di culo, i ditalini, lo strusciarmi addosso a lei ed i ripetuti palpeggiamenti l'avevano scossa nel profondo lasciandola come una bambola di pezza inerte nelle mie mani.
Non mi fù affatto difficile portarla sulla vicina poltrona e depositarvela sopra in ginocchio con il volto rivolto allo schienale.
Le feci alzare il culo in aria posando al contempo una mano sulla sua nuca e premendo verso il basso.
Cercò di dire qualcosa ma la tacitai:
_ Zitta porcona che adesso ti faccio godere come piace a te! _ (Lasciamo che pensino che ci prodighiamo per il "loro" piacere e non per il nostro e si concederenno senza riserve)
Forse Rossella avrebbe voluto dire ancora qualcosa ma si trovò ben presto a malpartito con il viso sprofondato nei cuscini ed il sottoscritto che da dietro le allargava per bene le cosce spingendo nello stesso tempo in avanti un pene ormai della consistenza di un picchetto da tenda e delle dimensioni di una lattina dalla bibita che "ti mette le ali".
Strofinai la cappella gonfia, che nel frattempo aveva assunto un colore violaceo tanta era la voglia arretrata di lei, contro il taglio della sua ficona e la passai sù e giù alcune volte.
A quel contatto Rossella, che aveva intuito la sua sorte, mugolò ma non credo fosse un tentativo di rifiuto e in ogni caso non me ne curai.
Avvertii la cappella bagnarsi delle goccie dei suoi umori e questo per me fù davvero troppo.
La volevo! La desideravo con tutto me stesso! Sbavavo per lei ! ! !
LA PRESI !

La infilzai con un colpo preciso, autorevole ... che non ammetteva nè "se" nè "ma".
Le pareti della sua fica erano talmente lubrificate che scivolai all'interno senza alcuna fatica apparente.
La riempii con tutti i cm del mio cazzone ed arrivai a "fondo corsa" sentendo i miei testicoli gonfi schiacciarsi contro le sue chiappone calde e lisce.
Per qualche istante il tempo parve fermarsi come quando nei film vediamo l'azione svolgersi al rallentatore quasi fotogramma per fotogramma.
Mi godetti (è proprio il caso di dirlo) ogni singolo secondo di quel paradisiaco momento.
Spiegare cosa si prova all'atto di penetrare per la PRIMA VOLTA una femmina sul conto della quale si è fantasticato per mesi o anni è un'impresa di gran lunga superiore alle mie capacità.
Ero in piena e totale estasi.
Rossella aveva smesso di parlare o comunque di emettere suoni incomprensibili. Secondo me si stava godendo lei stessa il momento, il piacere di sentirsi riempita da un maschio completamente arrapato dal suo corpo e invasato per il desiderio a lungo represso.
Non saprei dire esattamente dopo quanti secondi o minuti presi a muovermi ma ad un certo punto ricordo che iniziai a spingersi dentro quel ficone che stava rapidamente raggiungendo una temperatura da altoforno.
Pareva che avessi introdotto il cazzo direttamente nella bocca dell'inferno.
Non sono di primo pelo ed ovviamente ero stato con altre donne prima di Rossella tuttavia, forse proprio per l'eccezionalità di quella situazione, mi sentii avvampare come mai m'era accaduto in precedenza.
La presi per i fianchi e spinsi ma poco dopo risalii perchè volevo afferrarle nuovamente quelle tettone che mi facevano impazzire.
Lo confesso in quel momento (anche se molti di voi mi prenderanno per pazzo) non avrei scambiato Rossella con la Canalis il che è tutto dire e fotografa al meglio l'istante che stavo vivendo.
Ero letteralmente infoiato, iniziai ad insultarla dapprima non eccessivamente ma quando vidi che rispondeva come meglio non avrei potuto desiderare allora presi a dirle di tutto.
_ Ti piace eh muccona? Ti eccita farti mungere e riempire la ficona vero? _
_ Mhhhh sììì Oohhhhhh_
Ormai, come ogni donna, aveva gettato la maschera e sposata o no, moglie e madre o meno, reagiva comportandosi nè nè meno alla stregua di qualsiasi altra femmina in calore che viene montata con soddisfazione da un maschio dotato e perverso.
Rossella a quel punto non tentò più di salvare in alcun modo le apparenze e si godette ogni mia spinta ed ogni insulto.
_ Toh troiona consumami il cazzo dai datti da fare con questa ficona bollente dai vaccona mia bella!!!_
La zoccola, perchè ormai in questo l'avevo trasformata, spingeva oscenamente in fuori dalla poltrona il suo culone per farsi penetrare meglio. Mi offriva le natiche aprendosele con le mani e guaiva con una puttana da marciapiede.
La mia amica dolce e carina...... Che le stava capitando?
Semplicemente si era ricordata di essere una donna e, prima di tutto, una Femmina!
Chissà da quanto tempo il marito non la soddisfaceva più in questo modo ammesso che mai l'avesse fatto conoscendo il tipo.
Rossella di questo aveva bisogno. Di un maschio che la fottesse duro, che la riempisse come un puttanone e la trattasse anche peggio.
Mentre spingevo come un forsennato dentro di lei riversandole addosso torrenti d'oscenità varie avvertii distintamente il mio cazzo bagnarsi per via del suo secondo orgasmo. La porcellona era dunque multiorgasmica e seguitava a godere senza soluzione di continuità.
L'occhio mi cadde sulla sua rosellina e devo ammettere che presi a farci più di un pensierino ma poi di dissi che, ora che avevo abbattuto il "Muro" ci sarebbero state altre occasioni in futuro e che non era il caso di forzare troppo la mano.
Rossella si stava rivelando superiore alle aspettative e se solo l'avessi "coltivata" con pazienza mi avrebbe regalato molte altre soddisfazioni in futuro.
I muscoli della sua fica nel frattempo avevano preso a strizzarmi l'uccello in maniera frenetica ed io che non ero certo nella posizione di ragionare con la dovuta freddezza mi resi conto che non avrei potuto resistere ancora a lungo.
Meditai se fosse il caso di estrarre la proboscide e sborrarle in bocca obbligandola a inghiottire il tutto ma poi mi convinsi che venirle nella fica sarebbe stato anche più perverso e l'avrebbe in un certo qual modo "marchiata" come la vacca che era.
Detto fatto non opposi più alcuna resistenza e lasciai che le pareti della sua fica ormai bollente e bagnata quanto un lago aderissero alla mia cappella e che i suoi muscoli portassero a termine il lavoro che aveva inziato.......
Ad un certo punto avvertii chiaramente il getto di sborra risalire dai testicoli e l'immagine che mi venne alla mente fù quella dell'esplosione di un nuovo pozzo petrolifero. Allo stesso modo il mio sperma eruttò dal glande riversandosi nella sua ficona che l'attendeva con impazienza.
La inondai ! ! !
Rossella ebbe un nuovo orgasmo quasi in contemporanea stimolata anche dalla sua manina che giunta tra le sue cosce senza che me ne accorgessi, aveva preso a torturare il clitoride.
Non accennò alla minima lamentela circa il fatto che le fossi venuto dentro e questo mi convinse ulteriormente di come ormai avesse fatto il "grande salto" e fosse diventata di mia proprietà esclusiva almeno per quanto riguardava il sesso.

Si accasciò sulla poltrona ed io sopra di lei entrambi sfiniti.
Le leccai la base della nuca, il collo sudato i capelli bagnati.
Eravamo in uno stato pietoso... sudati, sporchi, affannati sembravamo essere regrediti allo stato di bestie ma proprio per questo il sesso tra noi era stato così esplosivo e gratificante.
Ci scuotemmo solo dopo quasi mezz'ora ed a quel punto Rossella mi sorprese ulteriormente.
Contrariamente a quanto mi sarei aspettato non si lasciò andare a pianti, recriminazioni, sensi di colpa nè ad accuse o ad isterismi.
Aveva negli occhi una luce di profondo e totale appagamento segno che farsi sbattere a quel modo l'aveva completamente soddisfatta.
Mi allungò la mano e mi portò di sopra dove ci infilammo insieme sotto la doccia cercando di ripulirci e di assumere nuovamente una dimensione da esseri umani.
Nonostante fossimo sfiniti si sà che due corpi nudi sotto lo scorrere di un corroborante getto d'acqua calda finiscono per ritemprarsi e quindi successe nuovamente quello che doveva succedere ma questa............
è un'altra storia.

Diciamo che se il racconto vi è apparso gradevole e non vi ha annoiato allora forse, prima o poi, vi aggiornerò anche sugli sviluppi seguenti.
Nel frattempo ringrazio tutti i lettori per la pazienza ed il tempo dedicatomi.
Ciao..

Il risveglio. Patrizia.

E’ sempre così quando dormiamo insieme.
Lei si alza e si prepara mentre io resto a rigirarmi insonnolito nel letto.
La vedo muoversi nella camera.
La guardo mentre si veste e si trucca.
Ho sonno ma ho voglia di lei.
Lei cerca di fare piano. Pensa che io stia dormendo.
Allungo una mano lungo il mio corpo nudo sotto le coperte.
Inizio ad accarezzarmi il cazzo.
Diventa subito duro tanta è la voglia di quella donna.
Si sfila l’accapatoio e si infila uno string bianco.
Potrei alzarmi ora e farglielo sentire.
Ma non è questo che voglio.
Voglio guardarla. Desiderarla.
Voglio vedere come si prepara per andare al lavoro.
Il reggiseno bianco come lo string.
E poi si trucca. Con calma e cura.
Colori naturali. Matita nera.
I suoi occhi cosi sono ancora più belli.
E poi il suo rossetto preferito.
Rosso. Da porca. 
Stringo la mano sul mio cazzo ormai durissimo.
E immagino quelle labbra rosse che fanno su e giu sui mio cazzo duro.
Un vestito color carne. Un tubino con la gonna sopra al ginocchio.
Si infila le scarpe.
Decollete nere. Non so riconscere se il tacco è 10 o 12 cm.
Ma quelle scarpe mi fanno impazzire.
Mi alzo proprio nel momento in cui prende la borsa e la giacca.
Mi alzo e mi avvicino a lei da dietro.
Nudo e con il cazzo dritto e duro.
La spingo contro il muro e glielo faccio sentire.
Mentre le mani percorrono tutto il suo corpo.
“No ti prego sono in ritardo…devo andare …no…”
Le alzo la gonna e le infilo una mano nelle mutandine.
La schiaccio col mio corpo contro il muro mentre inizio a sgrillettarla.
Senza nemmeno parlare.
La masturbo e le bacio il collo.
So che sta pensando al lavoro e al vestito che si rovina.
Ma sento anche che la sua fica sta colando.
Infilo due dita e inizio a scoparla cosi’.
Apre le gambe e cessa ogni resistenza proprio nel momento in cui le dico 
“non mi dirai che preferisci il lavoro e il vestito al mio cazzo duro?”
La sua fica fradicia è la migliore risposta.
“Non vale …non puoi farmi così…”
“Non posso cosa? …Non posso farti capire quanto sei puttana?...Stai già godendo e non ti ho ancora dato il cazzo…”
“Si …vengo …mi fai impazzire così…”
Cerca la mia bocca per un bacio.
Ma non ho voglia di dolcezze.
Ho voglia di trattarla da troia.
Di farle vedere che non sa resistere al mio cazzo e alla mia voglia.
Che non sa resistere alla voglia di godere.
La giro verso di me.
Le mani con forza sulle sue spalle le fanno capire cosa voglio.
“Inginocchiati puttana… Fammi vedere cosa sai fare al cazzo del tuo uomo…”
Non se lo fa ripetere due volte.
Mi sega con una mano mentre mi spompina.
“Brava succhiami il cazzo. Sei una pompinara. Chissa se il tuo capo si immagina come ti piace succhiare il cazzo. Brava così … “
Mi gusto le sue labbra e la sua lingua solo per poco.
Le passo una mano dietro la nuca e inizio a scoparle la bocca.
“Così ti piace vero? Ti piace quando ti scopo la bocca come una troia… Brava così… sgrillettati mentre ti scopo la gola …così …”
E’ in ginocchio. Il vestito alzato. La mano che si muove frenetica nelle mutandine.
Sta godendo di nuovo.
La conosco e so quanto le piace quando la scopo così. Con forza.
Nudo e duro mentre lei è vestita elegantemente e pronta per il suo lavoro.
“Lo vedi che sei una puttana …una puttana vogliosa di cazzo … una troia che non sa dire di no al mio cazzo….”
La faccio alzare e girare.
A pecorina. In piedi. Le mani contro al muro.
Le scosto lo string di lato e inizio a sbatterla con forza.
“Eccotelo …prendilo tutto …senti come ti apre…come ti riempie…”
Alza una gamba e la appoggia piegata su un mobile.
“Guardati che troia che sei …guarda come lo vuoi tutto dentro …non ti basta mai puttana…”
“Si scopami …sbattimi col tuo cazzo…dammelo tutto …”
Mi sborra sul cazzo e capisco che è proprio partita.
Come piace a me. Ora è solo la mia troia e il lavoro e tutto il resto non contano più nulla.
Le sfilo il cazzo per prendere un po’ di respiro.
Lei allunga le mani all’indietro e si apre le natiche.
“Fammi il culo ti prego …”
“Chiedimelo troia …”
“Inculami ti prego … dammelo …”
Glielo faccio sentire. Infilo un dito nella fica e poi nel culo.
“Sei talmente bagnata che ti scivolerà anche nel culo…Ma dovrai pregarmi di fartelo…di aprirtelo …”
“Si dai ti prego …è tuo …prenditelo …inculami … incula la tua troia …”
Glielo sbatto dentro in un colpo solo.
Nel suo culetto stretto e quasi vergine.
Nel culetto che non voleva darmi e che ora mi implora di aprire.
“Cosa vuoi troia …dimmelo cosa vuoi ….”
“Inculami …inculami …inculami … “
Ansima e geme di piacere mentre ripete ad ogni colpo di cazzo quella parola. Mentre mi incita a farle il culo con forza.
“incula la tua troia …inculami …inculami ….”
Le sborro nel culo urlando dopo pochi minuti.
E crolliamo esausti.
“Dio quanto sei puttana Patrizia …”
Le impedisco di farsi la doccia.
“Oggi al lavoro ci vai così. Con l’odore di cazzo e di sesso sul tuo corpo.”
Si cambia solo il vestito e si rifa il trucco.
“Le mutandine sono fradicie …”
“Voglio che le tieni”
“Mi fai uscire come una puttana…”
“Si come la mia puttana…”

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