Finalmente ferie! Le nostre prime ferie da sposati, solitamente da fidanzati andavo al paese di Maria e li, ospite dei suoi, trascorrevo una quindicina di giorni tra tavolate fra parenti ed aiuti vari al suocero, nei suoi terreni. A malapena si riusciva di trovare tempo per noi. Ferie! Finalmente le ferie! Allora per organizzarle toccava affidarsi ad esperienze altrui o ad agenzie, che a quei tempi erano roba da ricchi. Internet non c'era e la globalizzazione non aveva ancora accorciato il mondo. Iniziammo a parlare di probabili mete non appena ebbi la sicurezza delle date. Quindici giorni dal sei agosto, dovevamo decidere in quattro giorni la meta. Maria aveva il mare come punto irrinunciabile, per me andava bene qualsiasi meta purché nei paraggi ci fossero centri da visitare. Quindici giorni su di un bagnasciuga li trovavo eccessivi. Una sera, mentre eravamo intenti a visionare, sulla cartina d'Italia, probabili mete, suonò il campanello. Dissi a Maria di ricomporsi ed abbottonare la vestaglietta ed andai ad aprire. Era Gioacchino, il figlio del portiere! Lo invitai ad entrare con il gesto della mano: qual buon vento – dissi, aggiungendo – qualcosa da bere? Un caffè, grazie e queste sono per voi dottò – disse porgendomi alcune lettere – papà oggi non vi ha visto rientrare ed ha mandato me a consegnarle. Ah si, grazie, ma vieni accomodati. Maria – chiamai ad alta voce – c'è Giacchino (nomignolo confidenziale appioppatogli dal condominio), glielo prepariamo un buon caffè? Tu lo hai invitato e sarai tu a farglielo – disse scherzando mentre usciva dalla camera ed andò ad accomodarsi nella poltrona proprio di fronte al giovanotto. Oltre che ad abbottonarsi la vestaglietta, dimenticandosi proprio di un bottone strategico, aveva anche abbondato con il profumo. Nel preparare il caffè mi giungevano nitide le parole scambiate tra Giacchino e Maria. Vedo che Mario si porta il lavoro a casa – diceva Gioacchino - cosa ci fate con questa cartina geografica? E che ancora non sappiamo dove andare in vacanza – disse Maria – sicuramente mare, ma dove? Mario vorrebbe posti nuovi da visitare nei giorni di stanchezza da mare, lui non lo sopporta molto. Mario ha la fortuna di girare per lavoro e quindi qualsiasi meta, in Italia, credo non interessi, avete provato mai l'estero? Chiese Gioacchino. Nel frattempo entrai con il vassoio che posai sul tavolino, notando lo sguardo di Gioacchino nell'apertura della vestaglia di Maria. Ecco i caffè – dissi – estero? Parlavi di estero, e dove? Dovrei chiedere ad alcuni colleghi dell'Università, ribatté prontamente - mi hanno parlato molto bene della Corsica. Potresti di mattina andare al mare ed il pomeriggio visitare l'entroterra … - s'interruppe per un po' e poi – mi raccomando però di non lasciare Maria da sola in spiaggia …. sai sti francesi – e rise. Maria gli fece da eco e prendemmo il caffè. Gioacchino si congedò con un: domani vedo di portarvi qualche depliants, se non ci sei li lascerò a Maria. Quel sorriso a mezza bocca mentre pronunciava “li lascerò a Maria” risvegliò il desiderio di vedere mia moglie tra le braccia di un uomo. No, Gioacchino mai – pensavo tra me – è il figlio del portiere, ci conosce e potrebbe confidarsi …. nooo e poi è troppo giovane, ha l'età di Maria. Richiusi la porta e ricominciammo a sbirciare la cartina d'Italia. E' qui la Corsica fece Maria!! un viaggetto in nave lo farei volentieri. Cominciammo così a valutare questa destinazione. Però potevi abbottonarli tutti – dissi indicando sul suo ventre lo spazio aperto che lasciava intravedere le mutandine proprio nel punto di raccordo tra gambe e pube. Non ha fatto altro che sbirciare tra le tue cosce – dissi. Ah si? Non ci avevo fatto caso – replico maliziosamente Maria – e poi cosa vuoi che sia, al mare si vede molto di più. Si ma Gioacchino chissà cosa potrebbe pensare. Andammo a letto e ci addormentammo presto, non le feci nessuna avance perché quando il tarlo della trasgressione mi coglie cerco di evitare rapporti perché lei deve concedersi allo “sconosciuto” affamata di sesso. Ed erano cinque giorni di astinenza volontaria propedeutica all'uscita del mercoledì. L'indomani mi recai in ufficio per terminare delle pratiche e ricevetti una telefonata di mia moglie nella quale mi avvisava che Gioacchino le aveva portato i depliants e che ad un primo sguardo erano interessanti. Non ti sarai mica fatta trovare come ieri sera? Le dico in tono scherzoso e lei, capendo l'ironia della domanda rispose che no, la vestaglia l'aveva tolta e rise. Guarda che Gioacchino è qui! - continuò – è stato così carino, pare che abbia svaligiato un agenzia di viaggi tanti ne ha portati, ora devo lasciarti, Giacchino ha preteso un caffè, ciao. Ciao rispondo – riattaccando – speriamo non pretenda altro – farfugliai tra me e me a cornetta abbassata. Continuai a finire i miei compiti con la patta rigonfia pensando a Gioacchino solo con mia moglie. Cosa le starà dicendo? Sfrontato com'è ci avrà già provato, noooo …. non credo si permetta. Si, si è sempre mostrato gentile con noi, forse qualche battuta spiritosa ma, ha sempre mantenuto le dovute distanze. No, cazzo, Maria è una sua coetanea e tra ragazzi scherzando scherzando può essere che …... nooo cosa vado a pensare! La giornata passò lentamente, succede proprio quando hai più fretta del solito. Entrai velocemente nel portone, volevo sapere, e senza neanche prendere l'ascensore iniziai a fare le scale di corsa. Dottò e quanta fretta tenete stasera!!! - era Gioacchino che sorridendo maliziosamente mi informò dei depliants, aggiungendo che – per qualsiasi cosa, a disposizione! Si a dopo Giacchì – risposi e ripresi la corsa per le scale. Maria mi accolse sorridente, un bacio e chiese il perché di quel fiatone. Mi sedetti, tolsi le scarpe e lasciai poggiare i piedi sul tavolinetto del divano. Mangiamo fuori stasera? Oggi è mercoledì ma ti vedo stanco, non ho preparato nulla – disse Maria, sapendo che quando uscivamo per il cinema avremmo cenato fuori – non vuoi uscire? No stasera non ne ho voglia, e poi ho detto a Giacchino di venire su dopo cena per le informazioni sulla Corsica – risposi. Ti ho detto che ha portato dei depliants, voleva spiegarmeli ma gli ho risposto di spiegarli a te al tuo rientro – continuò Maria – ha preso il caffè ed è andato via – finì con un sorriso carico di significati. E' successo qualcosa? Chiesi. No … no niente ….. purtroppo, il tempo per il caffè ed è scappato – ribatté Maria con un aria sorniona – e visto che non usciamo più dovresti scendere a prendere qualcosa da mangiare. Mi rimetto le scarpe, forse un po' deluso che non fosse successo nulla, e scesi alla friggitoria sotto casa. Nell'uscire, il portiere mi fa – allora, avete deciso dove andate in vacanza? Gioacchino mio oggi vi ha portato delle carte ed ho dovuto fare tutto io in portineria, tre ore, tre ore per spiegare alla signora vostra i dettagli del viaggio! Ed io qui ad ammazzarmi, su e giù per le scale, voglia di lavorare saltami addosso – concluse brontolando tra se. Come tre ore? Pensai e rivolto al portiere: Grazie, è stato gentilissimo. Se se!! è stato gentile ….. stu fetiente – farfugliò rintanandosi nella guardiola. Perché Maria avrebbe dovuto mentire? Cosa è successo veramente? Il cazzo dritto mal celava il mio disappunto. Maria non poteva farsi scopare nel nostro palazzo e nel nostro letto per giunta. No, no, non credo sia arrivata a tanto e mi avviai verso la rosticceria con evidenti segni di eccitazione nei pantaloni.
Feci ritorno a casa, dopo aver comperato degli arancini ed una pizza, con un andamento mogio, assorto nel pensiero di mia moglie con Gioacchino. Ero confuso, la situazione mi piaceva ma, nel contempo provavo dei brividi per un eventuale sputtanamento nel palazzo. Maria venne ad aprirmi, prese la busta ed apparecchiò in tavola …. per tre! Ne chiesi conto e Maria candidamente confessò di aver chiamato Gioacchino a cena per le spiegazioni sulla Corsica. Così non facciamo tanto tardi – disse – stasera ho voglia di far l'amore con te. Sorrisi e l'attirai a me, un bacio appassionato e palpata generale sul suo corpo, le alzai la gonna e le misi una mano sotto. Ma hai messo le autoreggenti!!! dissi sorpreso. Solitamente le metteva per andare al “cinema”. Le scostai le mutandine e la trovai fradicia di umori. Ma cosa cazzo succede stasera? Maria – dissi – ma tutto questo effetto ti faccio con un bacio? E poi perché quelle calze? Non si sa mai – rispose maliziosa. Il campanello suonò, Maria precedendomi corse ad aprire. Ciaooooo – la sentii cinguettare – era ora che venissi, Mario è affamato. Come mai tutta questa confidenza in questi ultimi giorni – pensai – strano. A questo pensiero l'interruttore della trasgressione si accese e mi presentai in sala con un'erezione evidente. Ciao Mario – e guardandomi – ho interrotto qualcosa? E rise indicando le mie parti basse. Arrossii, e mal celando sicurezza risposi che si! Rise di nuovo e rivolto a Maria, le strizzo l'occhio e le disse: donna fortunata! Maria spiritosamente gli rispose che si, aveva interrotto proprio sul più bello – ed aggiunse – mo chissà quando mi ricapita. E risero di gusto tutti e due. Guardate che io non mi scandalizzo – aggiunse Gioacchino – potete continuare. Iniziammo a mangiare spartanamente, in una mano la pizza e nell'altra un dépliant. Finimmo le due birre messe a tavola, mi alzai per prenderne altre dal frigo. Maria, cosa ne dici di questo? È un camping – disse Gioacchino. Quale? Fammi vedere – chiosò Maria. Tornai con le birre e trovai Maria poggiata con le braccia sulle spalle del ragazzo, piegata quasi a sfiorargli la guancia. La vicinanza di Maria, con il suo profumo, sicuramente aveva acceso gli ormoni di Gioacchino, che rosso in viso aveva perso quella baldanza cinica e farfugliava parole senza senso, come di chi non sa cosa fare o dire. La voce di Maria quasi urlata vicino alle orecchie lo fa rientrare dal coma: ma è un camping naturista!!! disse Maria. Si questo è un camping naturista – confermò Gioacchino – perché che problemi hai, con il tuo corpo …. si allontanò da lei come per ammirarla. Ragazzi! - dissi – scusate se esisto. Ancora birra? La prima ad avvicinare il bicchiere fu Maria. Mary – dissi – tu non hai mai bevuto oltre il mezzo bicchiere? Stasera è una serata particolare, stiamo preparando le nostre vacanze e poi siamo in casa, andrò a dormire. Bevve d'un fiato il bicchiere e si rimise con le braccia sulle spalle di Gioacchino che ora, credo, sentisse sulla schiena anche il suo seno. Gioacchino ritornò sul discorso camping: andare nudi dove tutti sono nudi diventa dopo un po' tutto naturale. Guarda Maria, ci sono piscine, saune e animazione. Se poi ci aggiungi la bellezza del territorio … E dei costumi comperati cosa me ne faccio ora? - esclamò Maria come dato per scontato il camping, e raggiungendo la camera da letto tornò con i costumi e li mostrò a Gioacchino. Assistevo al dialogo standone in disparte almeno mentalmente, Maria era completamente ubriaca. Gioacchino approfittando del momento e fingendosi ubriaco anche lui, ne prese uno in mano ed iniziò commentarlo: Maria sono ancora dell'idea che meglio nudi che indossare queste “mutande”. E rise talmente di gusto che lei, offesa, glielo tolse di mano e lo poggiò al bacino: ecco! Vedi come mi sta? - disse. Beh, così non si vede niente, dovresti indossarlo – rispose Gioacchino – portando lo sguardo verso di me che imbambolato assistevo al loro battibecco. Maria infuriata andò in camera e ne ritornò solo dopo un po', con lo slip del costume indossato sulle autoreggenti ed aveva conservato il reggiseno trasparente. Una dea! Ecco! Adesso cosa ne dici? Fece Maria mettendosi di fronte a Gioacchino, che per meglio assistere alla sfilata mi aveva raggiunto sul divano. Le prese una mano, la fece girare e con una smorfia disse: non ti sta male, però sta stoffa!! ed allungo una mano verso il costume. Con il dorso delle dita sfiorò il costume, introdusse un dito e palpeggiò con i polpastrelli la stoffa mantenendo la smorfia di disapprovazione sul costume. Ritornò con il dorso delle dita a sfiorare il costume poco sopra il pube. Quella scena era eccitante, oramai avevamo passato il limite con il nuovo amico, il punto di non ritorno e finsi stanchezza per lasciarli soli e salvare il salvabile nell'apparenza condominiale. Ho sonno, vado a dormire, troppe birre … voi continuate pure a litigare per i costumi, buona notte. Li lasciai che Maria era in piedi davanti a Gioacchino e lui che, la mano non l'aveva mai tolta, continuava a carezzare il pancino di mia moglie. Andai in bagno, ne uscii e prima di entrare in camera furtivamente sbirciai cosa succedeva nella sala: Maria in piedi e lui che aveva insinuato le dita nel costume e le stava carezzando il culetto. Con il cazzo in mano mi avviai in camera, mi distesi sul letto ed iniziai una sega pensando ai due di la, venni copiosamente sulla pancia, mi ripulii e cercai di addormentarmi. Non riuscivo a prendere sonno, il pensiero di mia moglie con Gioacchino mi fa raddrizzare l'asta e ricomincio a segarmi. Decido di alzarmi e spiarli. Raggiunsi senza far rumore alcuno la sala ma, dalla porta a vetri, chiusa, solo la leggera luce della lampada. Tentai di spiare dalla serratura ma niente, una sedia ed il tavolo toglievano la visualità. Udivo dei chiari rumori di chi fa l'amore, cercai di aprire piano la porta. Riuscii, senza far rumore, ad aprirla quel tanto che mi permettesse di vedere: Gioacchino disteso sul divano e Maria da sopra lo cavalcava lentamente, godendo in silenzio. Si siii siii scopami – sussurrava Maria – ho voglia del tuo cazzo. Sei una donna fantastica – bisbigliò Gioacchino – non ne hai mai abbastanza, se vuoi ti scoperò tutti i giorni quando quel cornuto di tuo marito è al lavoro. Si scoperemo tutti i giorni – confermò Maria – mi piace il tuo cazzo .. lo sento … dai dai si si siiiii. Maria si alzò dal cazzo di lui ebbi così modo di vedere su cosa era impalata: un mostro di ben oltre i venticinque centimetri ancora duro nonostante avesse sborrato. Stavo per andarmene in camera per non farmi trovare ma, vidi Maria che si accucciava per prenderlo in bocca e cominciò un leccamento alternato tra l'asta e i testicoli per poi affondarlo nella bocca, continuai a masturbarmi e venni nuovamente. Ritornai in camera stravolto ed eccitato nonostante le due seghe e stetti ad aspettarla. Dal rumore, leggero, della chiusura del portone capii che lui era uscito mi alzai e trovai Maria che stava andando in bagno, con in mano il costume cercava di non far colare in terra lo sperma, le presi sorridendo la mano e la portai a letto. Mi distesi e la feci montare sul mio viso a gambe larghe, la leccai talmente tanto che, oltre a pulire con la lingua i resti del rapporto, le ritornò la voglia. La feci mettere su di me e le dissi cavalcami troia. Iniziò con una foga mai vista: si sono la tua troia ma tu sei il mio cornuto. Ti piace il cazzo di Gioacchino? Feci. Si, tanto, oggi abbiamo scopato più volte ed ho intenzione di scoparmelo ogni volta che ne ho voglia e tu ti farai i cazzi tuoi … cornut ahhhhh.... Non finì la frase che venne, un urlo mai udito e si abbandono esausta su di me.
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